La sfida di Suor Bonetti al ministro Salvini, riprendiamo il tavolo di coordinamento per salvare le bambine prostitute

La sfida di Suor Bonetti al ministro Salvini, riprendiamo il tavolo di coordinamento per salvare le bambine prostitute
di Franca Giansoldati
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Giovedì 18 Aprile 2019, 22:22
Città del Vaticano – Rimpiange la Bossi-Fini, soprattutto quell'articolo che permetteva a tante ragazze africane di uscire dal racket della prostituzione e trovare un inserimento vero, un futuro nella legalità. Suor Eugenia Bonetti è la Madre Teresa italiana che da decenni combatte come un leone contro la tratta, ha 80 anni ma una grinta che raramente si incontra. «Ne abbiamo salvate 12 mila in questo decennio. Ora è tutto fermo». Lancia però il guanto di sfida al ministro dell'Interno, Matteo Salvini. «Vorrei incontrarlo per spiegargli il lavoro che è stato fatto a Ponte Galeria; da una parte lo Stato e dall'altra la rete che salvava le donne. Un lavoro che abbiamo fatto assieme, unendo le forze. Dobbiamo tornare al più presto ad un tavolo comune, come si faceva prima, per debellare questo circolo vizioso. Dobbiamo unire le forze. Non è possibile vedere delle ragazzine di 13 o 14 anni sulla Salaria, ridotte a prigioniere, mucchietti di dolore».
Tutta colpa di Salvini?
«Il discorso non è questo. E' che non abbiamo più interlocutori con questo governo. La questione del racket della prostituzione è complesso ed eravamo sulla strada giusta. La legge Bossi-Fini è stata una legge all'avanguardia, offrive alla persona la possibilità di uscire dalla schiavitù prevedeva il suo reinserimento in Italia con un permesso di soggiorno, collaborando a smantellare i criminali».
Cosa è venuto a mancare?
«Già dal governo Renzi i tavoli di coordinamento non si facevano quasi più. Ed è stato un errore interromperli. Adesso si sta facendo quasi niente. Dobbiamo riprenderli in mano».
Quante sono le donne sulla strada, avete dei dati?
«Dai nostri calcoli ci dovrebbero essere 90 mila ragazze. Schiave (per favore lo scriva). Come lei potrà immaginare c'è chi ci guadagna parecchio».
Cosa ne pensa del clima sempre più ostile alla presenza degli stranieri in Italia?
«Che c'è una certa ipocrisia. Da una parte fanno comodo, per esempio i raccoglitori di pomodori o verdura impiegati nel sud, dove lavorano per 2 euro l'ora. Fanno sicuramente comodo e c'è chi ci guadagna. Nessuno fa niente mi pare».
Gli italiani sono razzisti?
«Non direi, anche se con questo clima di contrapposizione continua, non favorisce di certo».
Lei va ancora sulla Salaria la notte a dare aiuto alle ragazze?
«Si, ci vado, anche se cammino con il bastone e ho 80 anni. Ogni volta che vedo queste ragazzine di 13 anni e sono costrette a dire ai clienti che sono maggiorenni penso che lo Stato dovrebbe inasprire le pene per i clienti. Quella è una forma di pedofilia. Siamo un paese dalle radici cristiane o no? Perché facciamo finta di niente? Lo chiedo davvero al ministro Salvini di riprendere il tavolo del coordinamento».
A Ponte Galeria dopo la chiusura di tante strutture come stano le cose, e soprattutto voi religiose quanto guadagnavate dallo Stato?
«Nulla. Io mi pagavo anche il biglietto dell'autobus per andare e tornare. Al Centro di Santa Maria di Galeria stiamo aspettando di capire cosa ci capiterà, quale sarà la nostra sorte. C'è una gran confusione in questo momento. Anche chi sta al governo è confuso. Dobbiamo riprendere in mano il bandolo della matassa, per il bene di tutti».   
Lei ha scritto i testi della Via Crucis che verranno letti domani sera al Colosseo. Parlano di migranti, di accoglienza, di  porti chiusi. Qualche è la sua speranza...
«Che il ministro Salvini mi ascolti».












 
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