Papa Francesco affezionato al Messaggero: «Leggo un solo giornale al mattino, il quotidiano di Roma»

Papa Francesco affezionato al Messaggero: «Leggo un solo giornale al mattino, il quotidiano di Roma»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 11:28

Città del Vaticano – Papa Francesco resta il lettore più affezionato del Messaggero che si legge ogni mattina prima di iniziare la giornata per avere uno sguardo sulle cose del mondo e di Roma, la sua diocesi. L'abitudine di leggere un quotidiano non la ha mai persa: anche quando era a Buenos Aires si faceva portare La Nacion dal suo edicolante di fiducia, un uomo che poi ha voluto salutare facendogli pervenire un messaggio personale dopo essere stato eletto Papa. Il Messaggero viene apprezzato dal pontefice per il modo immediato con il quale viene raccontata la quotidianità della capitale, la cronaca dei vari quartieri ma anche le vicende nazionali e internazionali con un occhio particolare alla vita della Chiesa e del Vaticano. 

Nella intervista che Francesco ha dato alla radio spagnola Cope, tra le più seguite nel mondo ispanofono e diffusa integralmente stamattina, ancora una volta ha sottolineato questo speciale legame.

Alla corrispondente della emittente, Eva Fernandez ha riferito di non avere idea delle speculazioni sulla sua salute e sulle chiacchiere che circolavano in Italia dopo il suo ricovero. «Non ne avevo idea perché qui leggo solo un giornale al mattino, il quotidiano di Roma. Lo leggo perché mi piace il modo in cui ha un titolo, lo leggo velocemente e basta, non mi faccio coinvolgere dal gioco. Non guardo la televisione. E ricevo, sì, più o meno il resoconto delle notizie del giorno, ma ho scoperto molto più tardi, qualche giorno dopo, che c'era qualcosa sulle mie dimissioni. Ogni volta che un Papa è malato c'è sempre una brezza o un uragano di conclave».

La abitudine di sfogliare il Messaggero la ha rivelata il Papa stesso in diversi momenti del pontificato, spesso in viaggio, mentre era in aereo e discorreva con i giornalisti. A volte gli è capitato di citare un articolo pubblicato dal quotidiano di via del Tritone, un'altra volta un fotografo lo ha ripreso mentre era in aereo con il Messaggero aperto. Nel dicembre di quattro anni fan è voluto andare a visitare la sede a Via del Tritone in occasione dei 140 anni di fondazione, salutando uno per uno i tipografi, gli impiegati, i giornalisti, i dirigenti, i membri del cda e il presidente, l'ingegnere Francesco Caltagirone e l'amministratore delegato, Azzurra Caltagirone.

Assieme alla vaticanista Franca Giansoldati sette anni fa il Papa volle ricevere a Santa Marta, per una visita privata, i vertici del giornale per conoscerli personalmente e scambiare con loro opinioni sulla città di Roma, la diocesi del Pontefice, una città che all'epoca non conosceva benissimo. Lo rivelò lui stesso in una intervista al Messaggero, i primi mesi del suo pontificato, ammettendo candidamente che si trattava di una città da scoprire nella sua interezza, che la amava tanto ma la conosceva relativamente poiché in passato, quando gli capitava di viaggiare da Buenos Aires a Roma, si limitava a soggiornare a Via della Scrofa e frequentare un amico sacerdote nei pressi di San Lorenzo. («Ma lo sa che io Roma non la conosco? Pensi che la Cappella Sistina l'ho vista per la prima volta quando ho preso parte al conclave che elesse Benedetto XVI (2005 ndr). Non sono nemmeno mai stato ai musei. Il fatto è che da cardinale non venivo spesso. Conosco Santa Maria Maggiore perché ci andavo sempre. E poi San Lorenzo fuori le mura dove sono andato per delle cresime quando c'era don Giacomo Tantardini. Ovviamente conosco Piazza Navona perché ho sempre alloggiato a via della Scrofa, là dietro»).

Grazie al Messaggero però ha potuto pian piano seguire le vicende dei quartieri più periferici. La cronaca giornalistica di tante aree unita al rapporto sempre più stretto con le 330 parrocchie romane lo ha aiutato a farsi una idea precisa della complessità e della ricchezza della capitale italiana. Città sfaccettata, problematica, potenzialmente un faro per la cristianità benchè stia perdendo sempre più la fede, come Francesco ebbe a dire al Messaggero: «La Città eterna che dovrebbe essere un faro nel mondo è specchio del degrado morale della società».

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