Papa Francesco e la messa in latino, arriva la stretta: «Causa divisione». E ritocca la legge di Ratzinger

Papa Francesco e la messa in latino, arriva la stretta: «Causano divisione». E ritocca la legge di Ratzinger
di Franca Giansoldati
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Venerdì 16 Luglio 2021, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 19:44

Città del Vaticano – Era attesa da mesi, le voci si rincorrevano con insistenza e rimbalzavano preoccupate sui siti ultra tradizionalisti. Alla fine la stretta di Papa Francesco sulle messe celebrate in rito antico, quelle per intenderci che si celebrano con le spalle ai fedeli e si rifanno ad un rito preconciliare – è arrivata. Una scure. Il Pontefice ha pubblicato oggi un Motu Proprio che modifica le norme delle celebrazioni nella liturgia precedente il Concilio, rivedendo le decisioni prese dal suo predecessore Ratzinger.

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Papa Francesco e la messa in latino, arriva la stretta

Saranno ora solo i vescovi ad essere responsabili delle disposizioni. Le messe in latino e con il sacerdote rivolto verso l'altare in ogni caso non si potranno più celebrare nelle chiese parrocchiali.

La motivazione alla base di questa limitazione è per evitare un uso distorto, una strumentalizzazione: E' «una situazione che mi addolora e mi preoccupa», scrive il Papa in una lettera ai vescovi del mondo, sottolineando che «l'intento pastorale dei miei Predecessori proteso al desiderio dell'unità è stato spesso gravemente disatteso».

Papa Francesco, nella lettera ai vescovi sottolinea «un uso strumentale del Missale Romanum del 1962, sempre di più caratterizzato da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l'affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la 'vera Chiesa' ». 

Cosa aveva fatto papa Benedetto XVI

Benedetto XVI, per venire incontro ai lefebvriani e agli altri tradizionalisti, aveva liberalizzato con il motu proprio Summorum pontificum (2007) il messale preconciliare. A distanza di 14 anni papa Francesco abroga quella svolta e torna a ribadire, con il motu proprio Traditionis Custodes firmato oggi, che «i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l'unica espressione della lex orandi del Rito Romano».   

 

Dietro questa mossa ci sono ampie consultazioni che evidenziavano come dentro la Chiesa proliferassero gruppi ultra conservatori che altrimenti avrebbero frenato il cammino conciliare. Esponendo la Chiesa «al rischio di divisioni». Da qui la decisione di abrogare ogni disciplina precedente, e regolamentare, caso per caso, tramite la responsabilità dei vescovi diocesani, la possibilità di concedere in via straordinaria la celebrazione della messa spalle al popolo, secondo il messale pre-conciliare del 1962. 

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