Papa Francesco difende le sue scelte dopo il giro di vite contro i tradizionalisti, «il Vangelo non è di destra o di sinistra, basta polarizzazioni»

Papa Francesco difende le sue scelte dopo il giro di vite contro i tradizionalisti, «il Vangelo non è di destra o di sinistra, basta polarizzazioni»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 10:30

Città del Vaticano – All'indomani del giro di vite sul rito in latino con il quale è stata messa la museruola definitiva alla corrente tradizionalista, Papa Francesco motiva la sua decisione spiegando che «nella Chiesa tutto va conformato alle esigenze del Vangelo e non alle non alle opinioni dei conservatori o dei progressisti, ma al fatto che Gesù raggiunga la vita della gente. Perciò ogni scelta, uso, struttura e tradizione sono da valutare nella misura in cui favoriscono l’annuncio di Cristo». All'udienza generale che stamattina cade nel giorno del mercoledì delle Ceneri, avvio della Quaresima, la riflessione papale sviluppata davanti ai fedeli nell'Aula Paolo VI ha come protagonista l'annuncio dello Spirito Santo, secondo un passo del Vangelo di Matteo (Lettura: Mt 28,18-20).

Francesco lamenta le divisioni, i tira e molla e lo sfilacciamento evidente un po' ovunque, spiegando che «ogni tradizione religiosa è utile se agevola l’incontro con Gesù. Potremmo dire che la storica decisione del primo Concilio, di cui beneficiamo anche noi, fu mossa da un principio, il principio dell’annuncio: nella Chiesa tutto va conformato alle esigenze dell’annuncio del Vangelo».

Ma se tutto resta «senz’anima» ecco che la Chiesa «si chiude in sé stessa, in dibattiti sterili ed estenuanti, in polarizzazioni logoranti, mentre la fiamma della missione si spegne. Lo Spirito, invece, ci fa uscire, ci spinge ad annunciare la fede per confermarci nella fede, ad andare in missione per ritrovare chi siamo. Perciò l’Apostolo Paolo raccomanda: Non spegnete lo Spirito».


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Francesco chiede ai fedeli di ripartire con lo stesso spirito intrepido che avevano le comunità dei primi secoli, mettendo da parte indagini, dibattiti, sondaggi per vedere quale sia la opinione prevalente. «È indubbiamente importante che nelle nostre programmazioni pastorali si parta dalle inchieste sociologiche, dalle analisi, dalla lista delle difficoltà, dall’elenco delle attese e delle lamentele. Tuttavia è assai più importante partire dalle esperienze dello Spirito: è questa la vera partenza». 

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Le spinte alla disgregazione che sono presenti nella Chiesa affiorano dalla cronaca di ogni giorno dove ormai sembra regnare l'anarchia, a seconda delle aree geografiche: dalle benedizioni alle coppie omosessuali in Germania nonostante i divieti della Congregazione della Dottrina della Fede agli strappi dottrinali sulla comunione concessa ai politici apertamente abortisti negli Stati Uniti, dalle pressioni per l'abolizione del celibato alla autorizzazione per le donne sacerdote. In questo panorama si inseriscono anche le posizioni di quel frastagliato mondo tradizionalista che predilige il rito in lingua latina secondo il messale del 1962 ma che di fatto è stato messo al bando da Papa Francesco con la motivazione che causerebbe ulteriori divisioni e polarizzazioni.

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«È molto triste vedere la Chiesa come fosse un Parlamento soltanto. La Chiesa è un'altra cosa, è una comunità di uomini e donne che credono e annunciano Gesù Cristo ma mossi dallo Spirito Santo non dalle proprie ragioni» dice in un altro passaggio del discorso di in Aula Paolo VI, in Vaticano. «Il Vangelo non è un'ideologia è un annuncio che ti tocca e ti fa cambiare il cuore. Ma se tu ti rifugi in un'ideologia, sia di destra che di sinistra che di centro, tu stai facendo del Vangelo un partito politico, un'ideologia, un club».

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