Dalla mamma di un prete bergamasco tante micro opere di carità nei paesi in via di sviluppo

Dalla mamma di un prete bergamasco tante micro opere di carità nei paesi in via di sviluppo
di Franca Giansoldati
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Lunedì 1 Agosto 2022, 14:00

Città del Vaticano - E' dalla memoria di una mamma di un prete bergamasco che hanno preso vita nel mondo decine di micro opere umanitarie: pozzi d'acqua in Iraq, fognature in villaggi sperduti sulle Ande, ristrutturazioni di edifici in Kenia, aiuti per carcerati peruviani, adozioni a distanza di orfani messicani di genitori uccisi dal narcotraffico, sostegni a  bambini vietnamiti, borse di studio per ragazze palestinesi. E' la ramificata geografia della carità che ha disegnato anno dopo anno don Luigi Ginami dopo la morte della madre, Santina Zucchinelli, una anziana signora che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita da invalida ad accompagnare il figlio nei pellegrinaggi. Alla sua scomparsa - avvenuta qualche anno fa – è nata una fondazione a suo nome con lo scopo di continuare in altro modo quei pellegrinaggi che portavano speranza. Don Gigi ha iniziato a raccogliere denaro con la vendita dei libri che scriveva dopo le sue 'avventure' di carità, vendendoli attraverso la rete parrocchiale italiana. Piccole somme - da mille a 10 mila euro -  che davano però vita in diversi paesi in via di sviluppo a progetti concreti capaci di cambiare il corso degli eventi di tante persone sfortunate. 

Il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, di recente andando in Bolivia a visitare alcuni missionari lombardi, è voluto andare a vedere coi propri occhi una di queste micro opere legate alla memoria di Santina Zucchinelli: il muro di cinta di una parrocchia poverissima.

La cerimonia di benedizione della targa su quel muro ristrutturato ha sintetizzato il lungo percorso avviato quasi per caso per alleviare le sofferenze di fantasmi che nessuno quasi vede. Nel frattempo la Fondazione ha realizzato una lunga scia di opere e pian piano si è allargata la base dei sostenitori, ai quali si sono aggiunte anche altre mamme di preti che hanno conosciuto attraverso i figli la storia di Santina. E’ il caso di un’anziana insegnante vicentina, la signora Ada Miotto Parolin, madre ultranovantenne ma lucidissima del Segretario di Stato, Pietro Parolin, il cui nome compare sulla targa benedetta da monsignor Beschi a La Paz. Il vescovo di Bergamo ha detto di essere rimasto molto colpito da questo dettaglio, che racconta come tra mamme di preti ci si possa intendere senza nemmeno conoscersi personalmente, condividendo lo stesso ideale evangelico della visita di Maria a Elisabetta.

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