Città del Vaticano - E' dalla memoria di una mamma di un prete bergamasco che hanno preso vita nel mondo decine di micro opere umanitarie: pozzi d'acqua in Iraq, fognature in villaggi sperduti sulle Ande, ristrutturazioni di edifici in Kenia, aiuti per carcerati peruviani, adozioni a distanza di orfani messicani di genitori uccisi dal narcotraffico, sostegni a bambini vietnamiti, borse di studio per ragazze palestinesi. E' la ramificata geografia della carità che ha disegnato anno dopo anno don Luigi Ginami dopo la morte della madre, Santina Zucchinelli, una anziana signora che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita da invalida ad accompagnare il figlio nei pellegrinaggi. Alla sua scomparsa - avvenuta qualche anno fa – è nata una fondazione a suo nome con lo scopo di continuare in altro modo quei pellegrinaggi che portavano speranza. Don Gigi ha iniziato a raccogliere denaro con la vendita dei libri che scriveva dopo le sue 'avventure' di carità, vendendoli attraverso la rete parrocchiale italiana. Piccole somme - da mille a 10 mila euro - che davano però vita in diversi paesi in via di sviluppo a progetti concreti capaci di cambiare il corso degli eventi di tante persone sfortunate.
Il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, di recente andando in Bolivia a visitare alcuni missionari lombardi, è voluto andare a vedere coi propri occhi una di queste micro opere legate alla memoria di Santina Zucchinelli: il muro di cinta di una parrocchia poverissima.