Il Papa rafforza il direttore generale dello Ior e definisce meglio la struttura interna con un nuovo statuto

Il Papa rafforza il direttore generale dello Ior e definisce meglio la struttura interna con un nuovo statuto
di Franca Giansoldati
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Martedì 7 Marzo 2023, 14:24

Il Papa è di nuovo intervenuto a sulla struttura e sul funzionamento dello Ior. Con un Chirografo ha rafforzato (e nel frattempo suddiviso ancora più nettamente) la parte controllante, costituita dalla commissione cardinalizia, da quella operativa. «La Commissione Cardinalizia ha facoltà di convocare il Consiglio di Sovrintendenza e/o il Direttore Generale ogni qualvolta lo ritenga opportuno». Inoltre ha potenziato il ruolo del direttore generale, attualmente ricoperto da Gian Franco Mammì, fedelissimo di Papa Francesco: da organo collegiale, composto dal direttore e dal vicedirettore, diventa ente monocratico composto dal solo direttore generale. 

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L'obiettivo di Francesco è di rendere l'Istituto per le opere di religione «coerente con le più moderne esigenze organizzative nonché con le esigenze operative che quotidianamente si pongono nell'attività dell'Istituto. In particolare, la riforma dello statuto risponde alla necessità di definire in modo chiaro e netto le aree di rispettiva competenza e responsabilità degli organi maggiormente coinvolti nella sua gestione (strategica e operativa) pur nello spirito di stretta e leale collaborazione che deve contraddistinguere i due organi».

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Le modifiche si sono rese necessarie in Vaticano dopo che è stata approvata la nuova Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. In pratica anche per la banca del Papa vi è una durata quinquennale per i mandati con la possibilità di rinnovarli una volta soltanto, e si parla di ruoli meglio definiti tra i diversi organi per evitare sovrapposizioni o duplicazioni di attività. 

L'ultima volta che Francesco è intervenuto in questo settore è stato nel 2019. Lo Ior, viene sottolineato, ha lo scopo «di provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili ed immobili ad esso trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità». 

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Il Papa ha anche introdotto il divieto di avere conflitti di interesse per i membri del Consiglio di Sovrintendenza: «ciascun componente si astiene dal partecipare alle votazioni relative a delibere rispetto alle quali abbia un interesse, attuale o potenziale, per conto proprio o di terzi». Un'altra modifica riguarda una più chiara definizione e distinzione dei rispettivi ruoli e responsabilità degli organi dell'Istituto. Al Consiglio di sovrintendenza spetta la definizione delle linee strategiche, delle politiche generali e della supervisione sull'attività dello Ior. Mentre al direttore generale spetta la gestione e l'amministrazione. Infine, il cambiamento della direzione che da organo collegiale, composto dal direttore e dal vicedirettore, diventa ente monocratico composto dal solo direttore generale. Pertanto, il vicedirettore cessa di essere organo di governo per diventare una «funzione», che il direttore generale potrà delegare ad uno dei dirigenti. Il direttore generale continua a essere nominato dal Consiglio di Sovrintendenza e approvato dalla Commissione cardinalizia, ma d'ora in poi «sulla base di una rosa di almeno tre candidati idonei». Potrà essere assunto a tempo indeterminato o determinato.

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Al 31 dicembre 2021 i clienti dello Ior erano 14.519 (in calo rispetto al 2020 che risultavano 14.991). La riduzione include sia i conti chiusi da preti rientrati nel proprio Paese di origine, sia quelli chiusi dall’Istituto, a seguito di controlli sempre più frequenti perchè nel frattempo sono venuti meno i requisiti di titolarità, o vi è stata inosservanza delle norme contrattuali, o per mancato utilizzo per periodi lunghi. 

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Al 31 dicembre del 2021 la clientela risultava composta da ordini religiosi (50%), dicasteri della curia romana, uffici della Santa Sede e del Vaticano e nunziature apostoliche (23%), conferenze episcopali, diocesi e parrocchie (9%), cardinali, vescovi e clero (8%), dipendenti e pensionati vaticani (7%), fondazioni e altri enti di diritto canonico (3%). I depositi ammontavano a 1,8 miliardi di euro (2020: 1,7 miliardi), i portafogli gestiti erano pari a 3 miliardi di euro (2020: 2,8 miliardi) e i portafogli in custodia erano pari a 408,8 milioni per una raccolta complessiva di 5,2 miliardi.

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