Il Papa vuole fermare i veleni interni ma in Vaticano il taglia-e-cuci è da sempre praticato ed è costato carriere

Il Papa vuole fermare i veleni interni ma in Vaticano il taglia-e-cuci è da sempre praticato ed è costato carriere
di Franca Giansoldati
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 12:12

 «Il chiacchiericcio è un'arma letale, uccide, uccide l'amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?». Sono quasi dieci anni che Papa Francesco martella in modo ossessivo su quest'argomento nel nobile tentativo di limitare la tipica propensione vaticana al gossip interno.


Una tendenza ben sintetizzata dallo scrittore inglese Cornwell che dice a che il Vaticano in realtà è un paese di lavandaie.

Ieri all'Angelus è di nuovo intervenuto trovandosi a gestire una situazione potenzialmente esplosiva, alimentata dal clima di contrapposizione di questi ultimi tempi tra bergogliani e ratzingeriani, sintetizzabile in due distinte visioni dell'agire della Chiesa: la prima propensa a dare ascolto ai venti di rinnovamento che soffiano nel Nord Europa e ad aprire la strada - in un futuro prossimo - a riforme rivoluzionarie come abolire il celibato sacerdotale, permettere alle donne di dire messa, introdurre più democrazia nella Chiesa e immaginare che la base cattolica possa persino scegliersi il proprio vescovo. La seconda visione, invece, è orientata a custodire la tradizione e il magistero come finora è stato per i pontefici che si sono succeduti sul solco del Vaticano II. La cornice alla quale fa riferimento Bergoglio nell'appello all'unità di ieri mattina riguarda proprio le divisioni ormai evidenti, affiorate con la morte di Benedetto XVI e l'uscita del libro di memorie del suo fedele segretario, don Georg Gaesnwein. Da queste pagine si svelano gli altarini, i retroscena finora sconosciuti, gli sgambetti che dietro le quinte hanno alimentato la dinamica di governo di Francesco. La presenza di due Papi di certo non ha aiutato la compattezza.

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LE MISURE


«Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda» ha sottolineato il Pontefice chiedendo ai fedeli di deporre l'ascia di guerra. In questi dieci anni di pontificato, proprio a causa del «chiacchiericcio», sono saltate decine di teste e sono state stroncate decine di carriere. Il primo in assoluto a farne le spese fu il comandante della Guardia Svizzera, il colonnello Daniel Rudof Anrig, silurato nel 2015 proprio per le lamentele che alcune guardie avevano fatto arrivare a Santa Marta sui metodi troppo autoritari e militareschi del militare elvetico. «Il Santo Padre ha disposto che termini il suo ufficio il 31 gennaio 2015, alla conclusione della proroga concessa dopo la fine del suo mandato».

LICENZIAMENTI

Così come è saltata la testa al cardinale Gerhard Muller, ex prefetto della Congregazione della Fede, inviso al circolo ristretto dei consiglieri fidati di Santa Marta nonostante la sua totale lealtà alla Chiesa. L'elenco, fanno notare in curia, potrebbe continuare a lungo. Per sollecitare i curiali a limitare la tentazione del gossip spesso all'origine di rancori interpersonali capaci di trascinarsi per una intera esistenza il Papa ha fatto appendere nel Palazzo Apostolico una icona che raffigura la Vergine con il dito indice sulle labbra: è chiamata la Madonna del Silenzio. Chi ha fatto conoscere al pontefice questa immagine è un frate cappuccino di Chieti, fra Emiliano Antonucci che ci ha scritto sopra un divertente e saggio. Il silenzio è sempre stato d'oro.

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