Lavrov, comunità ebraica contro Mediaset ma il caso delle frasi su Hitler finisce anche in Vigilanza Rai: bufera sulla tv italiana

Lavrov, comunità ebraica contro Mediaset ma il caso delle frasi su Hitler finisce anche in Vigilanza Rai: bufera sulla tv italiana
di Franca GIansoldati
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Lunedì 2 Maggio 2022, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 09:24

Roma – La Comunità Ebraica punta il dito contro Mediaset per avere diffuso, senza alcun contraddittorio, le frasi del ministro degli Esteri russo, Lavrov sul fatto che «anche Hitler era ebreo». Una affermazione «sconcertante, delirante e pericolosa» che necessita di spiegazioni pubbliche. Ad intervenire è stata Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma che in una nota ha spiegato i rischi insiti in quell'intervento. Nel frattempo il caso è rimbalzato alla Commissione Vigilanza Rai: il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi, attacca il servizio pubblico, reo di «non aver offerto un’alternativa valida all’informazione proposta da Mediaset, con l’intervista al ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: «L’imbarazzante e grave spettacolo reso ieri da Mediaset con il ministro russo Lavrov, operazione evidentemente concordata al massimo livello dall’editore per come è stata proposta (dalla copertina in poi), faccia riflettere anche sul ruolo del servizio pubblico. Se ci fosse una Rai realmente presente e autorevole sull’informazione, episodi del genere avrebbero molta meno influenza sui telespettatori o forse non ne avrebbero alcuna».

La Comunità di Roma sotto choc chiede maggiore attenzione: «Praticamente riscrivono la storia sul modello dei Protocolli dei Savi di Sion, il fondamento della letteratura antisemita moderna creato nella Russia zarista.

La cosa più grave è inoltre che siano avvenute in una televisione italiana, senza contraddittorio, e senza che neanche l’intervistatore opponesse la verità storica alle menzogne che erano state pronunciate. Questo non è accettabile e non può passare sotto silenzio.  Ci domandiamo quale sia il limite, se esista ancora e  in quale direzione stiamo andando. Se viene permesso di distorcere completamente la Storia il risultato sarà quello di una democrazia indebolita e priva degli anticorpi necessari a tutelare se stessa.» ha affermato Dureghello.

I Protocolli dei savi Anziani di Sion , cui fa riferimento la Comunità ebraica romana, sono delle falsificazioni propagandistiche antisemite: un libello redatto probabilmente da un agente della polizia segreta russa, apparso in forma abbreviata nel 1903, e integralmente nel 1905, ma diffuso soprattutto negli anni successivi alla Prima guerra mondiale .

Secondo questo libello vi sarebbe stato un complotto ebraico con lo scopo di dominare il mondo. Il testo contribuì notevolmente alla diffusione dell’antisemitismo moderno. Descrive un ipotetico piano ordito da una conferenza di dirigenti dell’ebraismo mondiale, al fine di ottenere il dominio universale e rovesciare la società cristiana. I Protocolli circolarono ampiamente in tutto il mondo occidentale ed ebbero un ruolo di primo piano nella propaganda nazista. Pur essendo stati ben presto riconosciuti come falsi, continuarono ad essere ristampati in numerose lingue. Ancora oggi sono disponibili in diverse edizioni a stampa e sulle piattaforme internet.

Il caso dell'intervista ha indotto anche l'Unione delle Comunità Ebraiche a scendere in campo: «La possibilità che è stata data al ministro degli Esteri russo Lavrov di esprimere la propria dottrina antisemita nell'ambito di uno spazio televisivo di approfondimento riporta ancora una volta al tema della responsabilità dei media. Così facendo infatti si dà legittimazione all'odio, non lo si contestualizza né lo si ripudia. La meschina propaganda di usare temi di dolorosa memoria ebraica e pregiudizio antisemita per rendere ancora più incendiaria la guerra già accesa è grave e non va sottovalutata».

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