Ucraina, il grido di Papa Francesco: «Una pazzia pensare alle armi nucleari», «gli ucraini sono un popolo martire»

Udienza in piazza San Pietro, davanti a migliaia di persone

Ucraina, il grido di Papa Francesco: «E' una pazzia pensare alle armi nucleari»
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 10:22

Città del Vaticano – «E' una pazzia pensare alle armi nucleari». All'udienza in piazza San Pietro, davanti a migliaia di persone, Papa Francesco mette in guardia dalla minaccia nucleare che incombe, un rischio tutt'altro che remoto dopo gli ultimi sviluppi della guerra contro l'Ucraina e la mossa di Putin di indire un referendum in Donbass e Lugansk, i territori che si è annesso. Il Papa parla di questo problema facendo una riflessione piuttosto ampia partendo dall'ultimo viaggio che ha fatto in Kazakhstan, dove ha preso parte a un congresso di leader religiosi. 

«Vorrei fare presente la terribile situazione della martoriata Ucraina. Il cardinal Krajewski è andato lì per la quarta volta. Ieri mi ha telefonato. E' lì per aiutare nella zona di Odessa e mi ha raccontato il dolore di questo popolo, le malvagità e le mostruosità, i cadaveri torturati che trovano. Uniamoci a questo popolo così nobile e martire» ha aggiunto Papa Francesco al termine dell'udienza generale .

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Sul viaggio appena concluso in Asia centrale, il Papa ha fatto una riflessione sul quadro internazionale partendo dalla esperienza fatta in quei giorni. «Bisogna riconoscere che il Kazakistan ha fatto scelte molto positive, come quella di dire «no» alle armi nucleari e quella di buone politiche energetiche e ambientali.

In questo è stato coraggioso, in un momento in cui questa tragica guerra porta alcuni a  pensare alle armi nucleari, e quella  è pazzia!, questo Paese ha detto no alle armi nucleari» ha detto il pontefice. 

Il motivo principale del viaggio è di ravvivare l'idea di incontro e di dialogo, in questo caso a livello religioso, e parlare della promozione della pace e della fratellanza umana. Francesco ha, quindi, lodato il Governo kazako, che, «dopo essersi liberato dal giogo del regime ateistico, ora propone una strada di civiltà che tenga insieme politica e religione, senza confonderle né separarle, condannando nettamente fondamentalismi ed estremismi».

 

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