Funerali Benedetto XVI, cerimonia da (quasi) Pontefice. Bergoglio: «Un grande maestro»

La necessità di evitare simboli e rituali che spetterebbero solo ai papi regnanti

Funerali Benedetto XVI, cerimonia da (quasi) Pontefice. Bergoglio: «Un grande maestro»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Che per Papa Francesco le pratiche di questi giorni non siano semplici da gestire è comprensibile: del resto coordinare le esequie di un predecessore dimissionario, evitando i simboli dei funerali che spettano ai pontefici regnanti, non è facile. Il Vaticano ha optato per un funerale a metà, solo che in questo modo si è venuta a creare una situazione paradossale perché nessuno ha ipotizzato il lutto con le bandiere a mezz’asta e il blocco delle attività mentre diversi governi europei lo hanno previsto sul loro territorio, tributando onori al Papa delle radici cristiane dell’Europa. 

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Il Presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, ha deliberato una giornata di lutto nazionale annunciando che ai funerali presenzierà personalmente.

Lo stesso è stato fatto da Palazzo Chigi in una nota, predisponendo «l’imbandieramento a mezz’asta» del tricolore e della bandiera europea «in tutti gli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale». 


CAMPANE
Il 31 dicembre, al momento della morte di Ratzinger, nel piccolo stato pontificio, così come nella diocesi di Roma, non si sono sentite le campane. Forse anche perché erano suonate il giorno delle sue dimissioni, dieci anni fa, quando l’elicottero messo a disposizione dalla Presidenza della Repubblica lo stava trasferendo a Castel Gandolfo. Benedetto XVI smetteva di essere Papa, stava liberando il Palazzo Apostolico e si apriva il periodo della Sede vacante. 


SANTO SUBITO
Ieri mattina Papa Francesco ha tenuto regolarmente l’udienza generale e, nell’Aula Paolo VI, ha continuato la riflessione settimanale sul discernimento spirituale come se fosse un mercoledì qualsiasi. A ricordargli che qualcosa di diverso stava accadendo ci ha pensato un gruppo di fedeli che hanno urlato: «Benedetto-santo-subito». Papa Bergoglio aveva da poco terminato di rendergli omaggio riconoscendogli le doti di «grande maestro di catechesi», lodandolo per il «suo pensiero acuto e garbato mai autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù». 

 


Mentre parlava, a distanza di duecento metri in linea d’aria, nella basilica vaticana, su un catafalco di velluto sotto il Baldacchino di Bernini, la salma di Ratzinger riceveva il saluto di decine di migliaia di persone, in un flusso continuo che non è mai venuto meno, andando al di là di ogni previsione. A fare il servizio di accoglienza, nei settori riservati alla preghiera, c’erano i Gentiluomini di Sua Santità che stranamente non indossavano il frac, la divisa delle occasioni particolari, prevista anche per i normali funerali dei cardinali. Stavolta erano in servizio con un completo scuro dietro precise disposizioni impartite dalla Segreteria di Stato, proprio per non creare sovrapposizioni simboliche tra il Papa regnante e quello emerito, ed evitare il rischio di dare troppa enfasi alle esequie. Medesime indicazioni hanno ricevuto i membri del corpo diplomatico. Nessun abito scuro di servizio. 


IGNORARE
Nessuno sa come comportarsi di preciso anche se c’è un particolare che non è sfuggito e sta sollevando interrogativi: la decisione di Papa Francesco di non essersi mai recato a pregare davanti alla salma del suo predecessore. Fino a ieri pomeriggio il pontefice regnante non si è visto in basilica, così come non era presente al momento della chiusura della bara. La saggezza popolare del sarto dei pontefici, Filippo Sorcinelli, che lavora in collaborazione con l’Ufficio delle Cerimonie Liturgiche, ha sintetizzato questo strano passaggio storico: «Benedetto XVI era un uomo schivo, appariva chiuso, riservato, era invece una persona molto umana capace di dialogare con tutti. “Darò più fastidio da morto che vivo”, diceva Padre Pio. Sarà così anche per il Papa emerito. Me lo ha confessato un cardinale qualche giorno fa. Sarà il vero dottore della Chiesa dell’ultimo millennio, nonostante il silenzio degli ultimi anni». 

 

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