Fase 2, Cei tratta con il governo: misure per funerali e battesimi e soldi alle scuole paritarie

Fase 2, Cei tratta con il governo: misure per funerali e battesimi e soldi alle scuole paritarie
di Franca Giansoldati
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Giovedì 16 Aprile 2020, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 07:41

Cosa significhi la fase due per la Chiesa ancora non si sa di preciso. Una cosa è certa: occorrono urgenti finanziamenti per le scuole paritarie e occorre trattare nuove misure sociali in grado di permettere nelle chiese matrimoni, funerali, battesimi. Il tema è urgente soprattutto per i funerali, visto che in questi due mesi per migliaia di famiglie colpite da lutti dovuti al coronavirus è stato impedito anche l'ultimo saluto al papà o alla mamma anziani. Tante storie strazianti che hanno fatto il giro del web e sono state ricordate di recente, nella messa mattutina, anche dal Papa. 

La Cei sta studiando una serie di regole che dovrà sottoporre al governo. In pratica celebrazioni ridotte con volontari che garantiscano le distanze. Questo potrebbe dare la possibilità alla celebrazione di funerali, battesimi e matrimoni con la presenza dei familiari stretti, oppure anche qualche incontro di comunità facendo uso dei dispositivi di protezione.

Il lockdown deciso dal governo al quale la Cei inizialmente ha aderito senza obiettare di fatto sta cambiando anche il rapporto tra fedeli e la chiesa. Venendo meno il contatto fisico proprio dei riti tradizionali, la gente si sta quasi abituando alle messe fatte in streaming e al rapporto diretto con Dio. Una sorta di protestantizzazione strisciante. 

Stamattina all'Ansa monsignor Ivan Maffeis, sottosegretario dei vescovi ha annunciato di avere pronto «un pacchetto di proposte» da sottoporre al vaglio del governo. «Con tutta l'attenzione richiesta dall'emergenza dobbiamo tornare ad abitare la chiesa, il Paese ne ha un profondo bisogno, c'è una domanda enorme e rispondere significa dare un contributo alla coesione sociale» ha detto Maffeis.

Allo stesso tempo, sul quotidiano Avvenire, Maffeis ha affrontato il nodo spinoso dei finanziamenti per le scuole cattoliche. «Allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che le scuole paritarie assicurano. Intervenire oggi, con un fondo straordinario destinato alle realtà scolastiche o con forme di sostegno quali la detraibilità delle rette alle famiglie, è l'ultima campanella: se questa suonasse senza esito, diverrà un puro esercizio accademico fermarsi a discutere circa il patrimonio assicurato al Paese da un sistema scolastico integrato». 

«La Chiesa, forte della sua tradizione educativa, ha a cuore la scuola tutta - premette Maffeis - In queste settimane, le voci dei vescovi si sono unite a quelle di tante associazioni di genitori per rappresentare la forte preoccupazione circa la stessa tenuta del sistema delle paritarie. Se già ieri erano in difficoltà sul piano della sostenibilità economica, oggi, con le famiglie che hanno smesso di pagare le rette a fronte di un servizio chiuso dalle disposizioni conseguenti all'emergenza sanitaria, rischiano di non aver più la forza di riaprire». 


 

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