Il Vaticano fa dietro-front e ritira il francobollo papale (destinato a diventare come il Gronchi Rosa)

Lo sfortunato francobollo papale bersagliato dalle polemiche alla fine è stato ritirato dalla circolazione

Il Vaticano fa dietro-front e ritira il francobollo papale (destinato a diventare come il Gronchi Rosa)
di Franca Giansoldati
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Giovedì 18 Maggio 2023, 18:32

Città del Vaticano - Lo sfortunato francobollo papale bersagliato dalle polemiche alla fine è stato ritirato dalla circolazione e, con ogni probabilità, è destinato a diventare raro come il famoso Gronchi Rosa, uno dei francobolli più ricercati dai collezionisti (dopo che fu sostituito con il Gronchi grigio in cui non appariva più un errore nella rappresentazione dei confini tra Perù ed Ecuador). Stavolta ad indurre il Vaticano a fare retromarcia e sostituire il bollo emesso pochi giorni fa, in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, è stata l'accusa di colonialismo: Papa Francesco era stato raffigurato come un novello Enrico il Navigatore, fondatore dell'impero portoghese, riproducendo sostanzialmente la composizione del famoso monumento di Lisbona dedicato alle Scoperte dei conquistadores.

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In un rovente clima di cancel culture e di politicamente corretto la gaffe  del Vaticano era a dir poco macroscopica e difficilmente poteva passare inosservata.

Un vescovo portoghese, Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Delegato del Pontifico Comitato di Scienze storiche, vedendo il francobollo celebrativo era persino sbottato dicendo che si trattava di qualcosa di «pessimo gusto». Il Vaticano che inizialmente aveva giustificato la scelta spiegando che «Enrico il Navigatore guidava l’equipaggio alla scoperta del nuovo mondo. Allo stesso modo sul francobollo Papa Francesco guida i giovani e la Chiesa, rappresentata dalla barca di Pietro, alla scoperta di “questo cambiamento d’epoca» ha cambiato idea. Il bollo verrà presto sostituito con una nuova emissione meno provocatoria.

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A rafforzare le polemiche anche la scelta di emettere il francobollo dopo il documento vaticano sulla Dottrina della scoperta». In questo testo si legge che la cosiddetta dottrina della scoperta, vale a dire l'insegnamento cristiano che ha fatto da base a tante imprese coloniali nei secoli passati, non è mai stata cristiana, ripudiando così quell’insieme di bolle e atti papali con cui la Santa Sede permise l’esproprio delle terre dei nativi americani e l’assoggettamento dei popoli indigeni attraverso un’opera di evangelizzazione forzata condotta dai Paesi europei. 

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Ecco il passo centrale del recente documento papale che mette al bando la dottrina della scoperta. «Non fa parte dell'insegnamento della Chiesa cattolica. La ricerca storica dimostra chiaramente che i documenti papali in questione, scritti in un periodo storico specifico e legati a questioni politiche, non sono mai stati considerati espressioni della fede cattolica. Allo stesso tempo, la Chiesa riconosce che queste Bolle papali non riflettevano adeguatamente la pari dignità e i diritti dei popoli indigeni. La Chiesa è anche consapevole del fatto che il contenuto di questi documenti è stato manipolato a fini politici dalle potenze coloniali in competizione tra loro, per giustificare atti immorali contro le popolazioni indigene, compiuti talvolta senza l'opposizione delle autorità ecclesiastiche»

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