La prima opera d'arte ha il nome di Atlante. E’ la porta del confronto del viaggiatore con il luogo. Lo strumento per il raggiungimento del contatto con il genius loci ma anche una finestra aperta sull’orizzonte e il paesaggio. Il viandante incontra in quella vertebra simbolica il mondo ed è il primo ricongiungimento tra il corpo e la testa nell’uomo. Anello di congiunzione, il tramite. E quindi punto di forza e di sostegno.
La Francigena, la via più antica percorsa dai romei che da Canterbury arriva ancora oggi in Puglia, attraversando l’Europa, si è arricchita - nel tratto laziale - di alcune opere d’arte contemporanea. Installazioni collocate sul percorso toccato dai pellegrini, per far riflettere, meditare e per incoraggiare la ricerca del bello.
Le opere che disegnano lo spazio pubblico in maniera visiva o acustica sono state scelte dopo un concorso promosso dalla Regione Lazio (e presentato alcuni mesi fa al Maxxi). L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Allori e manager del progetto Patrizia Paganin.
Tre opere sono state inaugurate stamattina, svelando le forme e i materiali utilizzati: si va dal legno al marmo, nel rispetto dello spirito della Francigena, della sua storia e del ruolo svolto nella costruzione europea (come sosteneva Goethe).
I lavori di Giancarlo Neri, Angelo Cricchi, Davide Dormino e Goldshmied and Chiari sono esposti permanentemente. Il tema dominante è l’immagine del ponte, del passaggio anche metafisico.
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