Città del Vaticano – Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono arrivate in Vaticano diverse richieste al Papa perché consacri la Russia e l'Ucraina al Sacro Cuore Immacolato di Maria, secondo le richieste della Madonna di Fatima. Una richiesta arrivata anche dai vescovi dell’Ucraina. Al momento al di là del Tevere nessuno ha replicato, c'è molta cautela anche perché un atto devozionale del genere avrebbe persino implicazioni e risvolti politici. Lo spiega bene lo storico della Chiesa Daniele Menozzi, autore del libro «Il potere delle devozioni. Pietà popolare e uso politico dei culti in età contemporanea» (edito da Carocci).
«In linea generale – spiega lo storico - la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, legata alla mariofania di Fatima, ha assunto nel corso del tempo connotazioni politiche diverse. All'inizio è riconducibile alla fine pacifica della Grande Guerra.
Non è tutto. Dopo la fine del Vaticano II questo atto devozionale, diventa persino bandiera degli ambienti anticonciliari. «Il discorso è più complesso, ma al di sotto della consacrazione, c'è una persistente visione religiosa che la vede come rimedio alla punizione inviata da Dio agli uomini per il loro allontanamento dalla Chiesa: è il peccato della modernità che questo tipo di pietà è chiamato riscattare. Per gli attuali fautori del culto - in genere gli ambienti tradizionalisti, al netto delle capriole interpretative che hanno compiuto nel corso degli ultimi decenni - la Russia, anche se non è più sovietica, è di nuovo il motore di quella punizione che la Provvidenza scatena per indicare che l'alternativa è: apocalisse o ritorno ad un' ortodossia cattolica antimoderna».
Nel libro lo storico Menozzi approfondisce questa particolare declinazione della pietà mariana, collegata alla speciale bontà della Vergine – di cui il cuore è simbolo per eccellenza – con il singolare privilegio che la contraddistingue da ogni creatura, cioè il concepimento senza peccato originale. «Manifesta dunque una pressante richiesta alla Madonna perché interceda a favore degli uomini in circostanze di drammatica gravità».
Anche oggi ci sono politici che ricorrono all’uso politico dei culti. In Italia il fenomeno è apparso evidente nel discorso pubblico tenuto in diverse circostanze dal segretario della Lega, Matteo Salvini. Tuttavia la questione ha un’estensione generale. Interessa sia paesi europei – dalla Francia alla Polonia, dall’Austria all’Ungheria – sia paesi extra-europei (il caso del presidente Bolsonaro in Brasile).
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