Famiglia ghanese cacciata dal centro Sprar, Salvini smentisce Famiglia Cristiana

Famiglia ghanese cacciata dal centro Sprar, Salvini smentisce Famiglia Cristiana
di Franca Giansoldati
2 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Dicembre 2018, 20:49
Città del Vaticano  - Il ministro leghista Matteo Salvini – da tempo sotto la lente d’ingrandimento della Chiesa - smentisce Famiglia Cristiana su una notizia terribile. «Il Decreto sicurezza - ha tuonato il ministro - non e' retroattivo e non caccia i bambini dai centri di accoglienza. Eppure, per Famiglia Cristiana, una famiglia ghanese sarebbe finita improvvisamente in mezzo alla strada per colpa mia. Falso. L’allontanamento dalle strutture riguarda tutti quelli che non hanno piu’ diritto a rimanervi, come e’ sempre avvenuto anche prima del mio Decreto». La sconfessione non si limita a questo, visto che Salvini procede: «Mi spiace per l’ennesima menzogna di Famiglia Cristiana e ringrazio tutti quei parroci e quei lettori che mi hanno  testimoniato, in passato (ricordate la squallida copertina Vade retro Salvini) e in queste ore vicinanza e affetto,  preferendo il dialogo, l’approfondimento e la costruzione ad attacchi e bugie degne di un giornale politico di  ultrasinistra, non di un settimanale cattolico».

Immediata la replica del settimanale cattolico che, invece, conferma il fatto. La famiglia ghanese è stata effettivamente cacciata. «In relazione alla vicenda dell'allontanamento, nel cuore della notte, da un centro di prima accoglienza di Crotone di una famiglia di richiedenti asilo (il marito ghanese, la moglie nigeriana incinta e con una bimba di sei mesi ), confermiamo punto per punto la cronaca pubblicata dal nostro giornale nel numero di edicola. Più in generale, suggeriamo al ministro Salvini di leggere il suo cosiddetto decreto sicurezza, prima di fare le sue esternazioni. Il suo decreto infatti ha abolito il permesso di soggiorno per protezione umanitaria, inducendo a svuotare i centri di accoglienza e lasciando in strada coloro che erano nelle liste di attesa per accedere ai progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Prevede solamente forme di protezione residuali  speciali e, allo stato attuale, in attesa dei decreti attuativi, non specifica chi tutelare, come, quando e dove. Da Como  a Ragusa sia i prefetti che le organizzazioni umanitarie hanno chiesto delucidazioni al Viminale. Di sicuro il clima fin qui creato dalle nuove norme, ben lungi dal garantire maggiore sicurezza, ha creato confusione e in taluni casi anche veri e propri drammi».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA