Caso Orlandi, Papa Francesco difende di nuovo Wojtyla: il fratello Pietro ha detto «una cretinata»

Orlandi ha infangato la memoria di Papa Giovanni Paolo II insinuando che ogni tanto uscisse di sera con alcuni monsignori per andare a qualche festino

PAPA FRANCESCO IN VOLO PER L'UNGHERIA
di Franca Giansoldati
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Venerdì 28 Aprile 2023, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 19:38

Anche a bordo dell'aereo papale, mentre era diretto in Ungheria, Papa Francesco ha preso le difese senza se e senza ma di San Giovanni Paolo II contro le frasi oltraggiose e blasfeme pronunciate in televisione da Pietro Orlandi. «Una cretinata hanno fatto» ha detto Bergoglio senza riuscire a nascondere la sua irritazione mentre sul volo salutava i giornalisti e una corrispondente polacca lo ringraziava per il suo intervento fatto all'Angelus a favore della memoria di Wojtyla, visto che pochi giorni prima Orlandi lo aveva infangato insinuando che ogni tanto uscisse di sera con alcuni monsignori per andare a qualche festino («non andava di certo a benedire le case. Lo sanno tutti»). 

Papa Francesco ha dato il benestare a fare aprire le indagini in vaticano per scoprire una volta per tutte che fine ha fatto Manuela Orlandi, la ragazzina scomparsa misteriosamente 40 anni fa e trasformata da Netflix nel successo di The Vatican Girl,

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All'Angelus Papa Francesco, su questa vicenda, era stato netto: «Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate». Un intervento dalla finestra del palazzo apostolico per fermare le insinuazioni fatte dal fratello della scomparsa, visto che stavano circolando in modo tossico, alimentando falsità. Nei giorni precedenti già il cardinale di Cracovia, Stanislao Dziwisz (che era stato il primo a rompere il silenzio) auspicava l'intervento della magistratura italiana (non quella vaticana) a proposito delle «affermazioni criminali» di Orlandi («spero che l'Italia, culla universale del diritto, saprà con il suo sistema giuridico vigilare sul diritto alla buona fama di chi oggi non c'è più»).

Del resto per chi sul territorio italiano offende l'onore o il prestigio del Capo di uno Stato estero è prevista una punizione.

 

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Dopo l'uscita del film di Netflix la magistratura del Papa evidentemente sotto pressione aveva annunciato l'apertura di una indagine con lo scopo di non lasciare nulla di intentato e verificare la fondatezza delle prove che la famiglia Orlandi e il suo avvocato, Laura Sgrò affermano di avere in mano. Insistono che in qualche cassaforte ben nascosta vi sia un dossier segreto sulla fine che ha fatto la Orlandi contenente carte capaci di portare alla verità.

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Chi ha fatto del male a Manuela? Sgrò e Pietro Orlandi sono stati ascoltati per ore dall'Ufficio del Promotore di Giustizia anche se entrambi hanno ritenuto di non fornire al Vaticano nomi o elementi utili per identificare l'origine delle infamanti accuse rivolte a Wojtyla. Uno snodo ritenuto fondamentale che ha indotto i magistrati vaticani a mettere le mani avanti e fermare tutto, si tratta di una battuta d'arresto. Se l'inchiesta vaticana rischia di essere affossata dal fratello della Orlandi, in Italia l'inchiesta è già stata chiusa in mancanza di elementi nuovi. L'allora procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone (oggi a capo del tribunale vaticano) aveva spiegato che «l'archiviazione fu decisa a maggioranza, al momento della scadenza dei termini delle indagini, tra i colleghi titolari del procedimento».

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