Emanuela Orlandi, indagini riaperte. Lupacchini: «Può essere scelta strategica del Vaticano»

Parla il magistrato tra i massimi esperti del caso Orlandi e della banda della Magliana

Emanuela Orlandi, indagini riaperte. Lupacchini: «Può essere scelta strategica del Vaticano»
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 18:46

Otello Lupacchini, magistrato tra i massimi esperti del caso Orlandi e della banda della Magliana, ha commentato la notizia della decisione da parte del promotore di giustizia vaticana di riaprire le indagini insieme alla Gendarmeria sulla scomparsa di Emanuela Orlandi«Indagare alla ricerca della verità può essere sempre utile, può esserlo il fatto che indaghi il Vaticano, ma al tempo stesso bisognerebbe partire dal presupposto che vi siano elementi per ricondurre all'interno del Vaticano i moventi della vicenda, altrimenti non riesco a capire perché il Vaticano si interessi alle vicissitudini di una propria cittadina il cui eventuale rapimento e morte conseguente il rapimento si sono verificate in Italia e su cui per anni e anni ha indagato la giustizia italiana con esiti assolutamente incongrui e non conducenti», ha detto Lupacchini all'Adnkronos.

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«Evidentemente dobbiamo presumere che in mano al promotore di giustizia vi siano elementi nuovi e diversi rispetto a quelli esaminati - continua - Si possono solo fare ipotesi allo stato, che lasciano il tempo che trovano.

Potrebbe essere sia un modo di trovare o dar prova di collaborazione tra Stato e Chiesa ma anche un modo per mettere una pietra tombale e dire che ci hanno provato ma non se ne è tirato fuori un ragno dal buco. Potrebbe essere, quella del Vaticano, una scelta strategica in un senso o nell'altro, dunque, considerato il momento e la virulenza delle polemiche in corso».

 

Mons. Girotti: «Una pura formalità»

«Una pura formalità, per chiudere definitivamente il cerchio». Monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica, invita a non farsi troppe illusioni sulla decisione del Promotore di giustizia del Vaticano di riaprire il caso di Orlandi. «Io credo che il Promotore di giustizia - osserva all'Adnkronos il reggente emerito del Tribunale delle animè del Vaticano e memoria storica dei misteri della Santa Sede - faccia questo per mettere la parola fine a quello che resterà un mistero».

Già quando vennero aperte le tombe al Cimitero Teutonico, il monsignore mostrò tutto il suo scetticismo sostenendo: «Siamo alla pura leggenda che a questo punto diventa anche stucchevole. Capisco il desiderio dei famigliari di Emanuela di tenere accesi i riflettori su un caso che sconvolge ancora e che ha suscitato scandalo, ma mi pare evidente che si stiano arrampicando sugli specchi». Oggi, la notizia della nuova inchiesta non sposta la sua idea: »È ora di mettere la parola fine a questo caso. Il fatto di come la famiglia non sia stata avvisata, non fa che confermare il mio scetticismo«.

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