Julia, la giovane cattolica che si batte perché in Germania si scriva Dio+, «perchè Dio è inclusivo»

Julia, la giovane cattolica che si batte perché in Germania si scriva Dio+, «perchè Dio è inclusivo»
di Franca GIansoldati
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Aprile 2022, 17:55

Città del Vaticano – «Dio+ offre la possibilità di dare ai giovani in particolare, un accesso diverso a Dio». La versione inclusiva del Creatore - da sempre raffigurato con sembianze maschili e non femminili - è ormai al centro di un ampio dibattito nella Chiesa. In Germania ancora una volta è una organizzazione giovanile cattolica a battersi perchè questa parola in futuro si scriva con il segno più, in modo da prendere in considerazione una varietà di immagini di Dio.

L'ortografia "Dio+" ha detto mercoledì al sito web katholisch.de la responsabile nazionale della Giovane Comunità Cattolica (KjG), Julia Niedermayer, è necessaria.

E ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di spazi in cui si parli di Dio in modo tale che tutte le persone possano trovarsi in esso. Crediamo che con questa grande apertura, possiamo anche creare un accesso per le persone che non sanno ancora esattamente cosa associano a Dio».

Naturalmente chi vuole può continuare a immaginare Dio con una lunga barba folta, ma resta il fatto che Dio è «molto di più». Julia ha pochi dubbi a proposito e da tempo è a capo di un movimento giovanile molto forte e deciso a svecchiare un po' l'istituzione cattolica, a renderla meno distante dalla gente e, soprattutto, a fare in modo che persino il Creatore possa essere più familiare possibile a chiunque e non ingabbiato in immagini stereotipate. Da qui la necessità di modificare l'ortografia. 

Al momento, non è ancora chiaro, come debba essere pronunciato il termine Dio+. C'è per esempio chi si interroga se dopo la parola Dio sia necessario fare una pausa e dopo un congruo periodo pronunciare anche il più, calcando sulla seconda parola. Oppure se legare le due parole senza alcuno spazio. Di fatto in Germania tra i giovani cattolici, secondo quanto riportato dalla agenzia dei vescovi KNA, Dio + è già attivo e utilizzato ampiamente. L'associazione Giovani Studenti Cattolici già scrive Dio seguito dalla cosiddetta stella di genere, aggiungendo l'asterisco per indicare che si riferisce a tutti i generi. 

Il quesito di sottofondo si trascina insoluto da sempre: Dio è donna o uomo? La natura del Creatore sembra essere destinata a restare un mistero sebbene sullo sfondo si faccia strada la moda dilagante, ispirata al politically correct, di mettere un asterisco di genere o il + dopo il nome, in modo da opacizzare le desinenze maschili e femminili. Una piccola rivoluzione concettuale sostenuta dai giovani cattolici tedeschi, sicuramente tra i più accesi sostenitori della riforma della Chiesa in chiave egalitaria, democratica, progressista e, ovviamente, rispettosa del gender.

Di fronte a questa mossa la conferenza episcopale tedesca nonostante le spaccature al suo interno tra progressisti e tradizionalisti si è immediatamente ricompattata per riportare un po' d'ordine. E così l'idea di scrivere Dio* o Dio + al momento è stata respinta in un amen. 

Ad avere aperto pubblicamente il fronte sulla natura di Dio è stato un Papa, Albino Luciani, il pontefice che regnò solo 33 giorni dopo essere stroncato da un attacco cardiaco nel 1978. Durante un angelus, quell'anno, disse: «Noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile è papà, più ancora è madre». Ruppe così il tabù definendo Dio anche madre.

Un altro Papa, trent'anni dopo, Benedetto XVI, invece, volle correggere un po' il tiro e da teologo - nel primo volume del suo Gesù di Nazareth - sulla maternità di Dio scrisse: «Madre non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù, sullo sfondo della Sacra Scrittura, ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto». In un altro passaggio Benedetto XVI affermava: «Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Madre nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA