Il Dalai Lama ha usato parole durissime e molto critiche nei confronti della Cina che sta schiacciando la varietà di culture e religioni sul territorio. Parlando a una conferenza stampa online ospitata dal Tokyo Foreign Correspondents Club, il leader spirituale dei buddisti tibetani ha ripetuto che i leader cinesi «non capiscono la varietà delle diverse culture» e che la propensione del partito comunista al governo va nella direzione di uno stretto controllo sociale che, alla lunga, «può essere dannosa».
L'86enne monaco in esilio dal 1959 ha spiegato che la Cina di Xi ha aumentato il rigido controllo su tutte le religioni e negli ultimi anni ha intensificato una campagna di assimilazione culturale per i tibetani, gli uiguri musulmani e altri gruppi minoritari.
Nel frattempo l'agenzia Asianews ha riferito che il vescovo Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou (Zhejiang), è tornato in libertà. Lo avevano sequestrato il 25 ottobre: ufficialmente lo avevano portato via per “turismo”. Non è la prima volta che le Forze dell’ordine arrestano il vescovo, facendolo sparire per mesi. Un altro vescovo perseguitato si chiama Lin Xili, primo vescovo di Wenzhou, anch'egli sottoposto al lavaggio del cervello per spingerlo ad aderire alla chiesa “ufficiale”, controllata dal Partito comunista cinese (Pcc).
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