Città del Vaticano – I vescovi tedeschi e le chiese evangeliche sono sul piede di guerra per la decisione del servizio radiotelevisivo pubblico di tagliare alcuni programmi religiosi. Alla loro protesta si sono aggiunti anche ebrei e musulmani. Tutta colpa della pandemia e della crisi conseguente che ha inferto un colpo alla raccolta pubblicitaria e ha costretto alla tv di stato di correre ai ripari, varare un piano draconiano di spending review che prevede la cancellazione di alcuni contenitori di informazione religiosa piuttosto seguiti all'interno della confederazione elvetica.
Fino al 2024 ci saranno tagli per circa 50 milioni di franchi con la soppressione di circa 250 posti di lavoro (sui 5500 attuali).
I tagli annunciati non hanno lasciato indenni alcuni contenitori di informazione religiosa. Tra le misure di risparmio figura la chiusura, a partire da aprile dell’anno prossimo, dei due programmi radiofonici di informazione religiosa “Zwischenhalt” e “Blickpunkt Religion”.
La decisione ha suscitato le reazioni di diversi esponenti del mondo delle comunità di fede. L’8 ottobre cristiani, musulmani ed ebrei hanno lanciato insieme una petizione online per il ripristino dei programmi religiosi sospesi. La decisione della SRF, dicono, non rispetta il mandato di concessione dell’azienda di servizio pubblico.