Covid, Vaticano studia l'aumento del disagio psichico e dei suicidi, solo gli affetti tengono in vita

Covid, Vaticano studia l'aumento del disagio psichico e dei suicidi, solo gli affetti tengono in vita
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 17:56

«Sono le relazioni affettive che ci tengono in vita». Il Covid ha amplificato in modo imprevedibile le fragilità delle persone costringendole ad un surplus di energie mentali per far fronte ad un virus che il corpo umano non riconosce. Dalla angoscia persistente dovuta a qualcosa che ormai sembra sfuggire di mano inesorabilmente, fino alla deriva psichica. L'ansia, gli attacchi di panico, la perdita del senso della vita fino ad accarezzare persino idee suicide. 

Sono sempre di più le persone che ammettono di sentirsi alla deriva, quasi distaccate dal mondo reale, in preda ad una atarassia giorno dopo giorno sempre più profonda.

Non a caso il consumo degli psicofarmaci e degli ansiolitici non è mai stato così alto. 

Lo studio - Il dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale ha iniziato a studiare gli effetti devastanti che sta lasciando sul campo il coronavirus, tra cui anche quello delle sofferenze psicologiche. In un documento appena pubblicato viene messo in evidenza il bisogno di dare sollievo psicologico alla perdita di controllo di tante esistenze. In particolare, elenca il Vaticano, vi sono alcune categorie più a rischio. I disoccupati, per esempio, o i venditori ambulanti. 

«Coloro che lavorano nell’economia informale, come i venditori ambulanti, hanno perso, a causa della pandemia, la possibilità di un guadagno giornaliero che ha generato una situazione di estrema precarietà per loro e le loro famiglie e un’inquietudine nell’affrontare un futuro incerto. Senza risparmi e senza protezione sociale, molti diventano senzatetto e vagabondi» si legge. 

La Chiesa come cura - Le persone colpite dall’isolamento e dalla rottura delle consuete relazioni sociali durante l’emergenza sanitaria, necessitano di riscattare questo aspetto essenziale della salute. «C’è una profonda connessione tra le relazioni interpersonali e la salute integrale della persona. Le relazioni umane hanno potere curativo e terapeutico quando aprono alla speranza e all’amore. I legami affettivi ci tengono in vita. Per questo nella Chiesa, fin da subito, può e deve maturare la consapevolezza che ogni suo membro diventi esperto dell’arte della relazione che si ispira all’amore fraterno e che si nutre di quello di Dio».

Abbiamo bisogno, annota il Vaticano, «oggi più che mai, della perizia di coloro che lavorano in psicologia, psichiatria e nell’accompagnamento sociale. Il dialogo, nel rispetto delle competenze, permette di considerare tutte le dimensioni della persona. La dimensione spirituale e la dimensione psicologica hanno molti punti di connessione; possiamo e dobbiamo incoraggiare l’incontro tra tutti gli attori per promuovere il bene di coloro che soffrono in solitudine». 

Il Vaticano incoraggia poi i cristiani a farsi carico di questa nuova frontiera. «Le condizioni dolorose in cui molti versano portano talvolta al limite delle forze fisiche e psichiche. Soltanto l’amicizia fedele e la vicinanza fraterna possono offrire loro l'acqua fresca della speranza, che solleva e consola». 

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