La corruzione è un male che è stato più volte evocato. «Questa è una delle piaghe più laceranti del tessuto sociale, perché lo danneggia pesantemente sia sul piano etico che su quello economico: con l’illusione di guadagni rapidi e facili, in realtà impoverisce tutti, togliendo fiducia, trasparenza e affidabilità all’intero sistema. La corruzione avvilisce la dignità dell’individuo e frantuma tutti gli ideali buoni e belli. La società nel suo insieme è chiamata a impegnarsi concretamente per contrastare il cancro della corruzione nelle sue varie forme». In questa ottica il lavoro della Corte dei Conti, nell’esercizio dei controlli sulla gestione e sulle attività delle pubbliche amministrazioni, «rappresenta un valido strumento per prevenire e colpire l’illegalità e gli abusi. Al tempo stesso, può indicare gli strumenti per superare inefficienze e storture».
«Cari magistrati della Corte dei Conti Italiana – ha concluso il Papa - vi incoraggio a proseguire con serenità e serietà nel vostro ruolo, che è centrale nella definizione di importanti momenti di coordinamento della finanza pubblica. Possiate sempre essere animati dalla consapevolezza di rendere un servizio, volto a far crescere nella società la cultura della legalità».
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