La diocesi di Roma sospende tutte le attività pastorali, persino le benedizioni pasquali alle case

La diocesi di Roma sospende tutte le attività pastorali, persino le benedizioni pasquali alle case
di Franca Giansoldati
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Giovedì 5 Marzo 2020, 16:56

Città del Vaticano – La diocesi di Roma per evitare la diffusione del coronavirus ha sospeso in ogni parrocchia ogni tipo di attività pastorale: le benedizioni pasquali alle famiglie, il catechismo per i bambini, corsi di preparazione al matrimonio, esercizi spirituali, pellegrinaggi, attività associative, i percorsi di fede, cineforum, gite. Fino al 15 marzo le attività si fermano sperando che queste misure siano sufficienti. Poi si vedrà.

Sono, invece, consentite le messe feriali e festive purché la chiesa «consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle autorità competenti, in particolare quella di mantenere almeno un metro di distanza tra le persone». A questo si chiede che non venga praticato lo scambio del segno di pace, la comunione in bocca, e siano svuotate le acquasantiere. 

Resta la facoltà di poter fare le messe all'aperto, oppure dirottare i fedeli nelle chiese più grandi e spaziose. 

Limitazioni anche per quanto riguarda le visite ai malati. In una nota del vicariato si legge che si possono effettuare «rispettando ancor più rigorosamente le condizioni di carattere generale di cui sopra (distanza minima e igiene), utilizzando per quanto possibile le mascherine e limitando le occasioni di interazione con i medesimi soggetti deboli all’amministrazione di sacramenti . Si consiglia altresì che siano rinviate a dopo Pasqua le benedizioni delle famiglie, se le circostanze - da valutarsi - lo permetteranno».

Le comunità parrocchiali, in particolare, sono invitate a non interrompere le attività dei servizi caritativi, coordinandosi con la Caritas diocesana, che è a completa disposizione per fornire tutte le necessarie indicazioni del caso (Area Promozione Umana: tel. 06.88815130; e-mail: promozioneumana@caritasroma.it).

Le Caritas nelle parrocchie contineranno a promuovere iniziative di vicinanza agli anziani soli perlomeno attraverso contatti telefonici. Le attività dei Centri di Ascolto parrocchiali potranno continuare laddove il servizio si riesca a svolgere in locali con ampi spazi, ben areati ed igienizzati, evitando in ogni caso assembramenti di persone. Per questo si raccomanda di fissare appuntamenti con le persone assistite e di non incentivare l'apertura indiscriminata, onde evitare assembramenti. Gli stessi criteri dovranno essere usati per l'apertura degli Empori della Solidarietà e per i centri di distribuzione degli alimenti. Si consiglia invece la sospensione dell’attività dei centri di distribuzione del vestiario, soprattutto per quello che riguarda la raccolta di abiti usati.

Le parrocchie che hanno una mensa sociale sono invitate a non interrompere il servizio e ad attenersi alle indicazioni che la Caritas diocesana predisporrà, ricevute le opportune indicazioni e «si invita a favorire la distribuzione di alimenti da asporto da non consumarsi nei locali parrocchiali».

Le parrocchie che svolgono attività di accoglienza, con ospitalità di senza dimora e di richiedenti asilo, possono continuare senza problemi cercando di favorire la permanenza degli ospiti nella struttura anche durante le ore diurne. Dove sussistano servizi docce e cambio biancheria si richiede massima attenzione per operatori e volontari; anche qui si raccomanda di svolgere il servizio in ampi spazi, ben areati e igienizzati, evitando assembramenti di persone

 

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