Coronavirus, la preghiera del Papa in mondovisione davanti al crocifisso che fermò la peste

Coronavirus, la preghiera del Papa in mondovisione davanti al crocifisso che fermò la peste
di Franca Giansoldati
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Venerdì 27 Marzo 2020, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 18:51

Città del Vaticano – Piazza san Pietro quasi spettrale, senza nessuno in giro, sul sagrato della basilica solo il Papa, il cardinale Angelo Comastri e qualche cerimoniere. Inizierà in mondovisione alle ore 18 la preghiera per fermare la pandemia di coronavirus. I cattolici di tutto il mondo sono invitati ad unirsi spiritualmente a lui, attraverso i mezzi di comunicazione e i social, per un momento di preghiera straordinario che durerà circa un'ora.

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La preghiera culminerà con la benedizione urbi et orbi, la adorazione del Santissimo Sacramento e la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria per i malati di coronavirus, i medici e il personale infermieristico, per i volontari, i familiari e chiunque si sta prendendo cura di loro. Sul sagrato di San Pietro sono collocati il crocifisso miracoloso conservato nella chiesa di San Marcello e che nel XVI secolo fermò la peste a Roma e la icona della Salus Populi Romani.



L’indulgenza plenaria è la totale o parziale remissione, cioè la cancellazione della pena temporale causata dai peccati già confessati e perdonati con la confessione sacramentale. Per sciogliere questo concetto i teologi usano la figura del foro sul muro e del chiodo che l'ha procurato. Il chiodo è il peccato che una volta confessato e perdonato attraverso la confessione sparisce, anche se resta l’effetto del male commesso, plasticamente rappresentato dal foro, che l’indulgenza per così dire sana. Così l’assoluzione sacramentale cancella i peccati, mentre l'indulgenza cancella la pena temporale.

A stabilire le condizioni di questa indulgenza è un decreto della Penitenzieria apostolica pubblicato lo scorso 20 marzo: «Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, alla pia pratica della Via Crucis o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio oppure ad altre preghiere delle rispettive tradizioni orientali, ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile»

L’Indulgenza plenaria si può ottenere anche da parte di chi, in punto di morte, sia impossibilitato a ricevere l’Unzione degli infermi o il Viatico, «purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera». In questo caso è raccomandato l’uso del crocifisso e della croce. 


 

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