Città del Vaticano – Papa Francesco festeggia 86 anni e a un giornale spagnolo che gli chiedeva se non si fosse fatto troppo gravoso il peso della Chiesa, ha risposto divertito: «Si governa con la testa e non con le ginocchia», alludendo al cronico dolore alle articolazioni di cui soffre e lo ha costretto ad usare il bastone per camminare e la sedia a rotelle per evitare di percorrere lunghi tragitti. In questi giorni la festa di compleanno – ricordata in Vaticano da tanta gente comune che gli ha fatto avere biglietti, piccoli doni, dolciumi e messaggi affettuosi – è inesorabilmente guastata da una serie di dispiaceri: il fallimento della diplomazia vaticana per arrivare ad una tregua di Natale in Ucraina, il brutto caso Rupnik, riguardante uno dei gesuiti più famosi al mondo al quale lo stesso pontefice avrebbe tolto la scomunica per avere assolto la sua vittima di abusi spirituali e sessuali.
E ancora: la questione aperta della Cina e il silenzio sul caso Zen, l'impotenza di non poter parlare di quello che accade alle donne in Iran per non peggiorare i rapporti della Chiesa con il regime degli Ayatollah, la crisi in Nicaragua e, infine, lo scontro sotterraneo con la Chiesa tedesca spaccata in due da opposte visioni di riforma.
Il presidente Sergio Mattarella con il quale il pontefice si sente spesso al telefono, gli ha mandato un lungo messaggio di auguri in cui affronta anche il tema dell'aggressione russa in Ucraina. «Di fronte al tentativo di sovvertire con la violenza le norme fondamentali dell'ordinamento internazionale, nonché alle molte crisi e alle tensioni in tante aree del mondo, le coscienze di milioni di persone -credenti e non credenti- si sono interrogate sui mezzi più idonei per porre fine alle ingiustizie e difendere i diritti violati. Su tale drammatico sfondo acquistano particolare valore gli accorati appelli di Vostra Santità per mettere in guardia la Comunità internazionale sul rischio di una pericolosa deriva verso un conflitto generalizzato.
Mattarella lo ringrazia poi per avere contribuito a mantenere viva la speranza di percorsi di dialogo e di riconciliazione. «Nella lieta ricorrenza del Suo genetliaco desidero rivolgerLe, a nome degli italiani tutti e mio personale, i più sinceri e cordiali auguri di benessere personale e di lunga e proficua prosecuzione del Suo alto magistero. Con l'auspicio che l'ormai prossima ricorrenza del Natale possa ispirare in tutti azioni conseguenti con il valore universale della fratellanza».
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