Clima, il Papa chiede comportamenti green e fossil-free ma i vescovi in Tanzania appoggiano ugualmente maxi oleodotto

In ballo il progetto di un maxi oleodotto per il greggio in via di costruzione in Tanzania lungo più di 1400 chilometri

Clima, il Papa chiede comportamenti green e fossil-free ma i vescovi in Tanzania appoggiano ugualmente maxi oleodotto
di Franca Giansoldati
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Domenica 4 Giugno 2023, 13:41

L'ultima volta che Papa Francesco ha richiamato vescovi, preti e semplici fedeli (di tutto il mondo) ad impegnarsi di più per l'ambiente fermando le emissioni di C02 ed evitando in ogni modo di investire sulle energie fossili risale a qualche giorno fa. Eppure, nonostante una enciclica, diversi documenti diffusi in tutte le conferenze episcopali e l'impegno diretto della Santa Sede nelle organizzazioni internazionali contro il climate change un gruppo di vescovi in Tanzania sta andando in senso contrario. Naturalmente sollevando l'irritazione del Vaticano e della rete cattolica Laudato Sì. Al centro di questo inverosimile caso di disobbedienza c'è il progetto di un maxi oleodotto per il greggio in via di costruzione in Tanzania lungo più di 1400 chilometri pronto a trasportare il petrolio dai giacimenti di Hoima, nell'Uganda occidentale, e consegnare il prodotto al porto di Tanga, nell'Oceano Indiano, in Tanzania. L'Uganda spera di iniziare a trasportare il suo greggio sui mercati internazionali attraverso l'oleodotto entro il 2025 (il cui progetto è finanziato dalla Total, dalla Cina, dalla Tanzania e dall'Uganda).

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In un video pubblicato sul sito web della Conferenza episcopale della Tanzania, l'arcivescovo Jude Theddaeus Ruwaichi di Dar es Salaam ha motivato la bontà del progetto partendo dal fatto che non si tratta del primo oleodotto tanzanese e che non ha mai suscitato controversie di sorta. «Spero che l'oleodotto Uganda-Tanga sia costruito con la massima attenzione e considerazione per la sicurezza del Paese e la protezione dell'ambiente, ma a beneficio della popolazione».

Una spiegazione che secondo gli attivisti cattolici non tiene in considerazione che andrebbe ad aumentare le emissioni di gas serra e ad esacerbare la crisi del cambiamento climatico globale.

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«Siamo consapevoli della posizione assunta da una parte dei vescovi. Li esortiamo a riconsiderare il loro sostegno all'EACOP e a sostenere una giusta transizione dai combustibili fossili» ha riferito Prince Papa M'Kowiti del Movimento Laudato Si in Africa al National Catholic Reporter aggiungendo che dopo l'Amazzonia, il bacino congolese contiene alcune delle più grandi foreste pluviali tropicali del mondo ed è un'importante fonte di acqua utilizzata per l'agricoltura e la produzione di energia.

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L'emergenza climatica è avvertita come una delle sfide principali. Le chiese cristiane (a livello mondiale) si apprestano a diventare “carbon free” anche nelle scelte della gestione del risparmio. Si tratta di un passaggio ispirato alla enciclica Laudato Sì. Si calcola che il disinvestimento in azioni e obbligazioni collegate al settore dei combustibili fossili da parte delle istituzioni religiose rappresenta un patrimonio totale di oltre due miliardi di dollari di asset in gestione. Ad aderire alla rete green il Consiglio Mondiale delle Chiese, l'Operazione Noah, il Movimento Laudato Si', il Green Anglicans, Dayenu e GreenFaith, oltre che il Vaticano e la maggioranza delle conferenze episcopali. 

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