Abusi, la Procura Generale spagnola ordina una indagine sulla Chiesa per fotografare il fenomeno della pedofilia

Abusi, la Procura Generale spagnola ordina una indagine sulla Chiesa per fotografare il fenomeno della pedofilia
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Martedì 1 Febbraio 2022, 16:40

Città del Vaticano – Con una mossa senza precedenti, visto che la Chiesa spagnola continua a rifiutare qualsiasi tipo di indagine interna ai propri archivi diocesani per fare luce sul fenomeno della pedofilia, la Procura generale dello Stato ha ordinato ai 17 procuratori capo dei tribunali spagnoli di trasmettere entro 10 giorni le procedure penali in corso relative ad aggressioni e abusi sessuali su minori in seno alle congregazioni , scuole o qualsiasi istituzione religiosa. Procedimenti «avviati sia in sede giudiziaria che fiscale», secondo il documento a cui El Pais ha avuto accesso. Con ciò la Procura intende fare una radiografia del fenomeno nella Chiesa dopo che il giornale spagnolo ha portato alla luce centinaia di casi insabbiati nel corso degli anni.

L'iniziativa politica si inserisce nelle misure studiate dal governo per rafforzare la tutela a sostegno dei minori al fine di evitare che si possano ripetere casi orrendi come quelli che sono emersi recentemente grazie alle indagini giornalistiche del Pais.

Già nel 2019 l'Avvocatura Generale dello Stato, allora guidata dal procuratore María José Segarra, aveva presentato un rapporto al Ministero della Giustizia in cui denunciava una risposta "carente" al problema degli abusi nella Chiesa cattolica in Spagna e proponeva di indagare anche sul passato come è stato fatto in altri paesi come Australia, Olanda, Germania, Francia e Austria.

In questo contesto, il ministro della Presidenza, dei Rapporti con il Parlamento, Félix Bolaños, aveva incontrato il 18 gennaio il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), il cardinale arcivescovo di Madrid, Juan José Omella. Il prelato si era limitato a rassicurare che anche la Chiesa spagnola si sta adeguando alle regole stabilite dalla Santa Sede, aggiungendo però che di aprire gli archivi diocesani e di avviare inchieste come quelle che sono state fatte in Francia dalla Commissione CIASE non se ne sarebbe parlato. Da parte sua, il governo aveva trasmesso all'arcivescovo la preoccupazione del governo sul bisogno affrontare al più presto il fenomeno. 

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