I Peanuts, le immortali strisce a fumetti sdoganate dalla Civiltà Cattolica, insegnano pillole di Vangelo

I Peanuts, le immortali strisce a fumetti sdoganate dalla Civiltà Cattolica, insegnano pillole di Vangelo
di FRANCA GIANSOLDATI
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Sabato 17 Luglio 2021, 18:55 - Ultimo aggiornamento: 18:58

I Peanuts, le immortali strisce a fumetti nate dalla creatività di Charles M. Schulz, dopo avere sbriciolato parecchi record hanno fatto ingresso in un terreno quasi sacro. Chi lo avrebbe detto che il messaggio veicolato da quel gruppo di bambini protagonisti di varie esperienze esistenziali in un mondo quasi mai popolato da adulti poteva essere ricondotto al messaggio cristiano. Una sorta di teologia pop, fruibile e accattivante al tempo stesso, capace di toccare le corde di Civiltà Cattolica, la rivista nell'orbita della Santa Sede, quella più vicina a Papa Francesco.

Il linguaggio dei Peanuts - noccioline - è del resto immediato, multi-lettura e si basa sempre sulla spontaneità dei personaggi di un immaginario paesino americano. Le frasi mai banali spesso includono citazioni bibliche in grado di arrivare a quelle periferie culturali tanto care al pontificato di Francesco il quale non smette di incoraggiare i suoi collaboratori ad andare a pescare non tanto l'unica pecorella che è rimasta nel recinto, ma di osare e raggiungere dalle 99 che sono là fuori. («Ci mancano 99 pecorelle. È più facile rimanere a casa con quella unica pecorella e pettinarla, accarezzarla»).


Charlie Brown veicola uno dei maggiori insegnamenti cristiani, «ama il tuo prossimo come te stesso». Un principio immenso sul quale si basa anche l'ultima enciclica di Bergoglio, Fratelli Tutti e il cui messaggio è che nessuno è in grado di farcela da solo.
Padre Giancarlo Pani, docente di storia del cristianesimo alla Sapienza è l'estensore di un bellissimo saggio pubblicato sull'ultimo numero della rivista dei gesuiti. Il fatto che sia stato pubblicato sulla rivista di riferimento della Santa Sede (le bozze vengono sempre riviste in Segreteria di Stato) non è affatto secondario perché è come se venissero definitivamente sdoganate le streap di quei buffi bambini dalla testa rotonda e del cane Snoopy, amico fraterno di un uccellino, Woodstock che parla con una lingua riprodotta in barrette, sostanzialmente incomprensibile ma interpretata benissimo dal cuore del bracchetto con la sensibilità dell'amicizia.
Dopo avere pubblicato volumi su Lutero, su Paolo di Tarso, sul destino incomprensibile di Giona passando dalla filosofia di Agostino, padre Pani stavolta si è avventurato sul sentiero delle frontiere culturali cristiane, individuando proprio in Charlie Brown, in Lucy Van Pelt, in Schroeder, in Pigpen e negli altri personaggi creati da Schultz una visione del mondo inclusiva e piena di sentimento.


Già una cinquantina di anni fa c'era stato un altro teologo, Robert Short che - con grande scalpore per l'epoca diede alle stampe un libro in cui arrivava ad una temeraria interpretazione teologica di Charlie Brown, il personaggio che soffre di solitudini esistenziali e che è perseguitato dalla sfortuna ma che l'accetta affidandosi alla speranza di un domani migliore.


Schulz, il vignettista, fu uno dei primi disegnatori che negli anni Cinquanta inserì citazioni bibliche nelle strisce, facendo riferimenti a Geremia, il profeta delle Lamentazioni.

Linus rispondendo ad un adulto spiega: «Geremia era un profeta ... ma si dovrebbe ricordarlo anche come primo vignettista politico. Non dipinse alcun quadro, ma le sue azioni misero in luce certe verità politiche di quei tempi».


Civiltà Cattolica annota che negli spaccati di vita vissuta di questi bambini tanto diversi tra loro si mescolano «esistenze intrecciate di gioia e di melanconia, delusione e meraviglia, e offrono una guida per vivere in un mondo mai facile, aiutandosi a vicenda».
Un'altra popolarissima riflessione di Charlie Brown sempre alle prese con sfide mancate mitigate da una infinita determinazione e testardaggine resta emblematica: «Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande». Padre Pani riporta una striscia simbolica: c'è Lucy che chiede a Charlie Brown: «Perche noi siamo sulla terra?». «Per far felici gli altri», risponde. «Certo non c'e nessuno che fa felice me...». E poi, rivolta a lui arrabbiatissima: «C'e qualcuno che non sta facendo il suo dovere!!!». Segue un capitombolo dell'amico. Poi lei si confida con Linus: «Charlie Brown dice che noi siamo qui sulla terra per far felici gli altri». Al che il fratellino saggio replica: «E per questo che siamo qui? Forse bisognera che cominci a darmi piu da fare. Mi seccherebbe essere spedito indietro».


In questi anni diversi intellettuali si sono chiesti a più riprese se effettivamente i Peanuts possano essere considerati una specie di Bibbia a fumetti. Il microcosmo umano fatto di bambini, segnato dallo stupore effettivamente finisce per abbozzare una sorta di parabola evangelica da declinare a seconda della sensibilità del lettore. L'ideatore, Schulz, era un cristiano convinto, membro della Chiesa di Dio, una delle tante realtà protestanti americane; di conseguenza le sue creature in qualche modo si sono abbeverate proprio di quei valori che tanto gli stavano a cuore.


Civiltà Cattolica annota che il volume Peanuts. Charlie Brown, Snoopy e il senso della vita invita a riflettere sull'esistenza, «sul nostro barcamenarci nel mondo, sui problemi e le difficoltà della vita, sulle nevrosi della societa, quella societa che volenti o nolenti siamo noi. Dove efondamentale aiutarsi a vicenda»

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