8 per mille: «Dietro ogni firma un mondo. Così si aiuta chi non ce la fa»

credit Sovvenire Cei
di Franca GIansoldati
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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 15:49

Gli effetti del Covid sulla povertà: quali informazioni avete raccolto dai centri di ascolto e dalle diocesi in questi due anni di pandemia?
«Gli effetti sono stati pesantissimi e le informazioni elaborate da Caritas Italiana disegnano un quadro critico. Solo negli ultimi 7 mesi, 544.775 persone (il 57,8% italiani e in maggioranza donne) hanno chiesto aiuto alle Caritas e un quarto di loro, per lo più italiani, non lo aveva mai fatto prima. La Cei per l'emergenza, solo nel 2020, grazie ai fondi dell'8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica, ha stanziato 238 milioni di euro più del solito». I dati vengono forniti da Massimo Monzio Compagnoni, 59 anni, nuovo responsabile del Servizio Promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa con un passato in Ernst and Young, Rcs e Condè Nast.
È aumentata, quindi, la cifra destinata alla povertà: che variazione avrà in futuro?
«I fondi dell'8xmille destinati alla carità sono passati dai 149 milioni di euro del 2000 ai 250 milioni del 2020, anno in cui si sono aggiunti altri 238 milioni di fondi extra per l'emergenza Covid. Sono i vescovi a decidere eventuali variazioni per il futuro. La loro conoscenza dei territori che abitano è anche attenzione a far fronte all'onda lunga della crisi. Anche perché i soldi destinati diventano mense, centri di ascolto, ambulatori, servizi per gli anziani. E poi bisogna pensare che anche i 436 milioni di euro destinati al culto e alla pastorale comprendono sostegni per gli oratori, le periferie disagiate, le fasce più fragili».
Quante opere esattamente vengono realizzate con questo denaro? 
«Dietro ogni firma c'è molto di più: una comunità, i sacerdoti, i volontari che tendono una mano a chi non ce la fa, che mantengono il patrimonio artistico, che cercano di fare la cosa giusta anche quando non è la più conveniente. Chi firma diventa parte di questa comunità che moltiplica le risorse con il valore del lavoro volontario. I progetti e i fondi erogati sono tutti rendicontati. Nel 2020 sono stati finanziati 4.909 progetti per interventi di culto e pastorale nelle diocesi, 2.167 progetti di edilizia di culto e beni culturali, 4.450 interventi di tipo caritativo e 397 progetti umanitari nel terzo mondo».
Ci sono anche progetti a sostegno delle micro imprese e delle piccole attività commerciali travolte dalla crisi?
«Durante la pandemia 61 diocesi hanno attivato fondi di sostegno alle piccole imprese».
Spesso si parla di scarsa trasparenza. Sono previste misure per controllare che il denaro venga effettivamente speso per i progetti di carità indicati?
«Da quando è partito il sistema dell'8xmille la trasparenza è uno dei valori fondanti, anche perché è uno dei requisiti richiesti dallo Stato. Su rendiconto8xmille.chiesacattolica.it tutti possono trovare le destinazioni analitiche del 2020 e da dieci anni esiste anche uno specifico sito internet (www.8xmille.it), costantemente aggiornato, con un motore di ricerca per trovare le opere realizzate in Italia e all'estero con i fondi dell'8xmille. Ogni diocesi, infine, deve pubblicare bilanci e rendiconti e stimola un sempre maggiore coinvolgimento dei fedeli laici, con responsabilità effettive».
Si assiste a una contrazione delle firme per l'8xmille. Gli scandali economici che hanno colpito il Vaticano possono avere inciso?
«Non so quanto questi scandali possano aver influito sul calo delle firme: ovviamente non hanno fatto bene all'immagine della Chiesa. A mio avviso, però, la contrazione è determinata soprattutto da altri fattori. Per esempio le cosiddette semplificazioni fiscali: in Italia su 41 milioni di contribuenti ce ne sono 11 milioni che non sono più obbligati a presentare la dichiarazione e molti di loro, così, non esercitano più il diritto a scegliere a chi destinare l'8xmille».

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