Compie 80 anni il cardinale Ravasi, uno dei più brillanti predicatori, per lui una festa all'Augustinianum

Compie 80 anni il cardinale Ravasi, uno dei più brillanti predicatori, per lui una festa all'Augustinianum
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Martedì 18 Ottobre 2022, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 11:30

Città del Vaticano. - Il cardinale Gianfranco Ravasi, forse uno dei più brillanti divulgatori di cristianesimo in Italia, compie 80 anni e  per festeggiarlo esce il volume “Verbum Caro”, una miscellanea scritta da diverse personalità sui suoi scritti, la sua attività accademica e culturale. L’anteprima editoriale è stata programmata all'Auditorium dell’Istituto Patristico Augustinianum, con il cardinale portoghese Josè Tolentino de Mendonca, nuovo prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. A presentare il volume Manlio Sodi, docente emerito di Letteratura latina medievale presso l’Università Pontificia Salesiana. I saluti introduttivi sono affidati a monsignor Paul Tighe e le conclusioni a monsignor Pasquale Iacobone, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. L’incontro è  stato moderato da Paola Saluzzi.

Ravasi è un intellettuale coltissimo e brillante predicatore, sempre disponibile con i giornalisti.

Ha gettato le basi per un serio dialogo tra scienza e fede e tra credenti e non credenti nella formula divenuta ormai famosa del Cortile dei Gentili. Un giorno in una intervista gli fu chiesto di descriversi, di raccontare chi fosse. «Descriversi è sempre difficile, ma dovrei dire che la mia tendenza fondamentale è quella della ricerca, della domanda, della curiosità ed è per questo che non sono una persona particolarmente competente di un tema, sono un eclettico, mi piacciono coloro che hanno un arcobaleno di colori, di interessi, all’interno del loro orizzonte intellettuale e anche umano». 

Il racconto sulla sua vocazione: «Avevo poco più di quattro anni. Mi ricordo un’immagine irrevocabile, fissata nella coscienza. Ero su una collina in Brianza, là dove sono le mie origini, il paese di mia mamma, che ha un nome di origine germanica molto strano, S. Maria Hoè, e guardavo il tramonto nella valle e un treno che passava. C’era uno strano fischio che lacerava l’aria e il silenzio e mi ha lasciato un’impressione particolare: era come il segno di una malinconia, e in quell’istante ho avuto la sensazione della fragilità dell’essere, dell’inconsistenza delle cose, in un certo senso della morte. Da lì il desiderio di cercare l’essere permanente, quindi il Divino».

Per Ravasi l’importanza delle Sacre Scritture nello sviluppo della storia e dell’identità dell’Europa resta fondamentale. «La Bibbia è prima di tutto e soprattutto un testo universale, uno dei grandi libri fondamentali. Non solo per la religione, in questo caso la religione ebraico-cristiana. È  il grande codice della cultura occidentale. Per questo motivo il credente la assume come Parola di Dio, lampada per i passi nel cammino della vita, come dice il Salmo 119. Ma anche il non credente non può prescindere da questo grande codice, che è come la stella polare».

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