Papa Francesco dal Canada mette in guardia l'Occidente: «Non emarginate gli anziani, a rischio l'equilibrio delle società più evolute»

Papa Francesco durante la messa allo stadio di Edmonton in Canada
di Franca Giansoldati
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Martedì 26 Luglio 2022, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 09:23

Edmonton (Canada) – Dal Canada Papa Francesco osserva la deriva in atto nelle società più evolute e rivolge a tutto il mondo occidentale un quesito rilevante per il futuro. «I nonni da cui proveniamo, gli anziani che hanno sognato, sperato e si sono sacrificati per noi, ci rivolgono un interrogativo fondamentale: che società volete costruire?»  Il Papa fa riferimento al rapporto tra le nuove e le vecchie generazioni che di fatto si sta  sfilacciando, lacerando progressivamente con il rischio di interrompere quel flusso positivo che finora ha permesso di mantenere un sapiente equilibrio per costruire un orizzonte comune armonico e funzionale. Non si tratta naturalmente solo della trasmissione della fede da nonni a nipoti, ma di una visione di continuità più ampia e completa, certamente non indebolita dai modelli efficentisti che sono alimentati da tanti stereotipi e pregiudizi.

Dal microfono dello stadio di Ermonton, dove si trova Francesco – prima tappa canadese di un viaggio penitenziale intrapreso per rafforzare le culture autoctone e chiedere scusa per i crimini commessi nell'arco di un secolo da quei cattolici che gestivano le scuole residenziali in cui veniva cancellata la cultura di Inuit, Metis e First Nations – Bergoglio veste i panni del nonno e proprio da nonno mette in guardia dai pericoli: «La vera tradizione si esprime in una dimensione verticale: dal basso verso l’alto. Stiamo attenti a non cadere nella caricatura della tradizione, che non si muove in una linea verticale – dalle radici ai frutti – ma in una linea orizzontale – avanti/indietro – che ci porta alla cultura dell’“indietrismo” come rifugio egoistico; e che non fa altro che incasellare il presente e conservarlo nella logica del si è sempre fatto così».

Un arretramento, insomma.

Poi in modo più esplicito, avanza scenari problematici: «Abbiamo ricevuto tanto dalle mani di chi ci ha preceduto: che cosa vogliamo lasciare in eredità ai nostri posteri? Una fede viva o “all’acqua di rose”, una società fondata sul profitto dei singoli o sulla fraternità, un mondo in pace o in guerra, un creato devastato o una casa ancora accogliente?»

Il Commonwealth stadium è un complesso sportivo di 17 ettari a pochi minuti dal centro della città. Solitamente si giocano le partite di football degli Edmonton Elks. Alla messa del Papa sono presenti 50 mila persone, tra cui tanti nativi arrivati da diverse parti del Canada. Papa Francesco prima fa un lungo giro sulla papamobile, restando in piedi, aggrappato al corrimano e mostrando davanti alle telecamere di reggere alla fatica della trasferta e al dolore al ginocchio che continua a tormentarlo. Successivamente sul palco, durante la messa, è dovuto restare sempre seduto sullo scranno, aiutato da due inservienti a sollevarsi e sistemarsi.

Il pretesto per affrontare in modo sistematico la prospettiva della terza età in Occidente è la festa liturgica di Santa Anna e San Gioacchino, rispettivamente nonna e nonno di Gesù. «Oggi è la festa dei nonni di Gesù; il Signore ha voluto che ci incontrassimo così numerosi proprio in questa occasione tanto cara a voi, come a me. Nella casa di Gioacchino e Anna il piccolo Gesù ha conosciuto i suoi anziani e ha sperimentato la vicinanza, la tenerezza e la saggezza dei nonni. Pensiamo anche noi ai nostri nonni e riflettiamo su due aspetti importanti». 

Sullo sfondo è chiaro che Papa Francesco vede avanzare progetti carsici estesi a marginalizzare sempre più gli anziani, espellerli lentamente dal sistema di riferimento culturale ed economico. In alcuni paesi, per esempio l'Olanda, in passato hanno fatto discutere alcuni dibattiti pubblici relativi al costo progressivo degli anziani sul welfare a causa dell'aumento della vita media, diventato sempre più insostenibile per i conti pubblici. Senza contare che dal punto di vista spirituale l'interruzione del legame tra giovani e vecchi comporta anche un evidente avanzamento dell'ateismo e uno stravolgimento culturale. «Nelle nostre case, sempre più equipaggiate, moderne e funzionali, sappiamo ricavare uno spazio degno per conservare i loro ricordi, un luogo apposito, un piccolo sacrario familiare che, attraverso immagini e oggetti cari, ci permetta anche di elevare il pensiero e la preghiera a chi ci ha preceduto? Abbiamo conservato la Bibbia e il rosario dei nostri antenati?»

Il pericolo chiaro riguarda un avvenire in cui gli over 80 vengono scartati perchè «funzionalmente non servono più». Un destino che giudica il valore delle persone solo da quanto producono. Papa Francesco lo sottolinea con forza nello stadio di Edmonton, ricordando alla gente che per crescere giovani e vecchi devono continuare a sognare insieme. 

«I nostri nonni e i nostri anziani hanno desiderato vedere un mondo più giusto, più fraterno e più solidale e hanno lottato per darci un futuro. Ora, tocca a noi non deluderli. Sostenuti da loro, che sono le nostre radici, tocca a noi portare frutto. Siamo noi i rami che devono fiorire e immettere semi nuovi nella storia». La vita, aggiunge, non si giudica in base ai soldi che si guadagnano, alla carriera che si realizza, al successo e alla considerazione che si ricevono dagli altri. «Questi non sono criteri generativi. La questione è: sto generando vita?» 

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