«Ma qualunque progresso non può 'nasconderè la 'fragilità' della condizione umana. Noi rimaniamo vulnerabili anche in questa epoca in cui la tecnologia e la medicina hanno fatto enormi passi avanti» afferma il presule, aggiungendo che si tratta di una prospettiva su cui anche chi si dedica alle professioni di cura va sensibilizzato, ed è un importante compito formativo, a cui gli infermieri sono spesso più preparati dei medici. Occorre quindi valorizzare stili di vita e di relazione che non fuggono dalla fragilità, ma assumono l'evidenza del progressivo declino cui siamo sottoposti e che la medicina contemporanea paradossalmente enfatizza, aumentando il tempo di convivenza con la malattia debilitante»
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