Papa Francesco, elogi al cardinale Sodano anche se insabbiò i casi di pedofilia del fondatore dei Legionari di Cristo

Papa Francesco, elogi al cardinale Sodano anche se insabbiò i casi di pedofilia del fondatore dei Legionari di Cristo
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 17:21

Città del Vaticano – Papa Francesco elogia il cardinale Angelo Sodano, ex decano del collegio cardinalizio e gli esprime la propria «gratitudine» nel giorno del suo settantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale «per il fedele e diligente servizio alla Chiesa e alla Santa Sede». Il messaggio che gli ha inviato è stato pubblicato dall'Osservatore Romano spiegando che con le «felicitazioni per la ricorrenza», il Pontefice ha impartito la sua benedizione apostolica al cardinale. Un messaggio a dir poco sorprendente visto che fu soprattutto il cardinale Sodano, per anni Segretario di Stato vaticano, a bloccare sotto i pontificati di Giovanni Paolo II e di Papa Ratzinger, la pulizia ai vertici della Chiesa sugli abusi.

Non solo per il caso scabroso di padre Maciel Marcial Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo - un autentico criminale mai ridotto allo stato laicale e mai processato dal Vaticano - ma anche il caso del cardinale pedofilo Groer, di fatto mai punito nonostante che in Austria fosse stato al centro di uno scandalo senza precedenti.

Viste le plateali proteste delle vittime di Groer, il Vaticano si limitò a mandarlo in un monastero austriaco, senza mai togliergli lo status cardinalizio e spedirlo a processo. Quando Groer morì nel 2003 a 83 anni, Papa Wojtyla (ormai molto malato), tramite il cardinale Sodano, inviò un telegramma di cordoglio alla Chiesa austriaca esprimendo «tristezza» per la scomparsa di un pastore che aveva «dedicato la sua vita a Dio, in fedeltà al successore di Pietro». Il ruolo di Sodano nel coprire gli abusi ed evitare di creare scandali per la Chiesa lo ha ricordato bene il cardinale viennese Christoph Schoenborn che ebbe con lui anche alcuni aspri confronti. L'anno scorso proprio Schenborn, durante una lezione in università, ebbe modo di raccontare che durante una sua visita a Roma non esitò ad attaccare frontalmente Sodano. 

Schönborn, disse, di essere stato contattato dalle vittime di pedofilia del cardinale Groer già nel 1995. Lui diede loro ascolto, raccolse le loro testimonianze, e fu «traumatico scoprire quanto l'abuso sessuale del clero fosse legato con il sacramento della Riconciliazione e scoprire che spesso iniziava nel confessionale». In pratica Groer prima abusava dei minori e poi in confessionale li assolveva.

Dopo alcune ricerche Schoenborn giunse alla conclusione che quello che le vittime gli avevano detto era vero . Così a marzo del 1998, Schoenborn ed altri tre vescovi austriaci dichiararono pubblicamente che erano arrivati alla «certezza morale» che le accuse contro Groer erano «sostanzialmente corrette». Cosa che poi ribadirono anche nel rapporto preparato per il Papa, ma un vescovo, Kurt Krenn di Sankt Poelten, strenuo sostenitore di Groer (e poi finito anch'esso sotto accusa per avere insabbiato altri casi di abusi), attaccò i suoi confratelli vescovi accusandoli di mentire e di avere preparato una trappola. 

«Il cardinale Sodano mi disse in faccia: 'Vittime? Questo è quello che dici tu!». Era il 2010, in pieno pontificato Ratzinger. Poco tempo dopo il cardinale Sodano, in occasione di una messa in piazza san Pietro per le feste pasquali, prese la parola affermando che la Chiesa era sotto attacco e che le informazioni sugli abusi sessuali su minori erano solo «un chiacchiericcio». Come se le parole delle vittime fossero frutto di un pettegolezzo, un gossip, una bugia. La frase ebbe un effetto devastante anche negli Stati Uniti dove si era nel frattempo scoperchiato il problema degli abusi sessuali, della pedofilia grazie alla inchiesta del Boston Globe.

Per Schönborn si trattava, invece, di una «pesante offesa per le vittime» e così, due mesi dopo, fu ricevuto da Benedetto XVI al quale manifestò dolore per le interpretazioni fuorvianti di Sodano a proposito del famoso «chiacchiericcio». Groer nel frattempo era già morto mentre le vittime aspettavano ancora le scuse dalla Chiesa per come erano state trattate. Alcune persone in Vaticano mentirono» ha ricordato ora Schönborn. Hanno umiliato le vittime per proteggere la Chiesa, «ma la Chiesa è meglio servita quando la verità è rivelata. 'La verità vi renderà liberi dice il Vangelo'». 

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