Cda della Vus cacciato, il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini sotto processo alla Corte dei Conti con altri 7. La transazione da 40 mila euro pagata per attuare lo spoils system è danno erariale

Il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini
di Luca Benedetti
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Giovedì 20 Aprile 2023, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 10:55
Si può cacciare il consiglio di amministrazione di una società in house perché è cambiato il colore della maggioranza delle amministrazioni che lo hanno nominato? Insomma, si può applicare lo spoils system se non ci sono elementi oggettivi legati all’attività del Cda? Non che non si può. Almeno secondo la Procura regionale della Corte dei Conti che ha citato in giudizio per 40mila euro di danno erariale il sindaco Stefano Zuccarini e altri sette colleghi(tutti di centrodestra)per l’accordo stragiudiziale con cui sono stati liquidati i membri di quel cda, Lamberto Dolci(presidente) e Daniela Riganelli che erano stati dimissionati perché nominati quando a Foligno c’era la giunta di centrosinistra guidata da Nando Mismetti. Uscì di scena anche Manuel Petruccioli da quel consiglio di amministrazione perché, nel frattempo, era diventato sindaco di Giano e adesso si trova tra i citati in giudizio in un curioso caso di porte girevoli.
Ieri mattina il processo contabile è iniziato di fronte alla Sezione giurisdizionale non solo per il sindaco di Foligno ma anche per quello di Sellano Attilio Gubbiotti, di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini, di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini, di Montefalco Luigi Titta, di Giano Manuel Petruccioli, per l’ex primo cittadino di Nocera Umbra Giovanni Bontempi e per il vicesindaco di Norcia Giuliano Boccanera.
A Zuccarini, che per la Procura contabile sarebbe il «dominus della questione», vengono chiesti 20 mila euro mentre agli altri 2.800 euro a testa. Soldi che tutti i chiamati in causa dovrebbero restituire a Vus.
La vicenda riporta indietro di quattro anni, all’agosto 2019 quando, dopo le elezioni comunali di quella primavera, l’assemblea dei soci di Vus (22 Comuni dell’area Foligno-Spoleto–Valnerina) aveva deciso di revocare il vecchio cda (nominato nel 2018) sulla base di uno spoils system giustificato con i «mutati equilibri politici». Cioè sindaci di centrodestra che avevano rivinto e altri vincenti per la prima volta proprio come Zuccarini.
Dalla revoca di quelle nomine nacque un contenzioso civilistico che ha portato a un versamento di 40 mila euro in favore di Dolci e Riganelli. Secondo la Procura che ha evidenziato un «pericoloso precedente», è quello il danno erariale. La sostituta Stefania Gambardella ha ricordato i rilievi e i pareri negativi del collegio sindacale e anche della presidenza del Consiglio dei ministri, sottolineando il nocciolo della vicenda: la mancanza di una giusta causa tale da giustificare la revoca. Per la Procura i sindaci «erano consci, anche sulla base dei diversi rilievi, della antigiuridicità del loro comportamento».
Ad attivare la Corte dei Conti un esposto di Stefania Filipponi, ex difensore civico e rappresentate di Impegno Civile. In assemblea Vus c’era stato lo strappo dell’allora sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis, che non si era accodato(dubbi anche dai Comuni della Valnerina) chiedendo diversi pareri per suffragare i suoi dubbi, Anac compresa. Le difese dei convenuti hanno da una parte eccepito il difetto di giurisdizione (toccherebbe al giudice ordinario intervenire), il fatto che Titta si è astenuto e che quella scelta ha portato un risparmio a Vus. La sentenza arriverà nella prossime settimane. 
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