Virus, l'anomalia umbra: zona gialla
ma resta "ad alto rischio", ecco il motivo

Virus, l'anomalia umbra: zona gialla ma resta "ad alto rischio", ecco il motivo
di Fabio Nucci
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Gennaio 2021, 08:11


PERUGIA Nella mappa delle restrizioni Covid, l’Umbria torna in zona gialla, la stessa assegnata prima del lockdown natalizio. Un giallo “rafforzato” considerando le misure precauzionali prese comunque dalla Regione, vedi scuola, anche in virtù di un indice Rt risalito a 1. Un salto indietro di quasi due mesi per questo può essere considerato un colpo di coda della seconda ondata epidemica. Il monitoraggio della Cabina di regia ha, infatti, riportato la regione a una classificazione del rischio “alta”. Ma sotto la lente ci sono anche i dati ospedalieri, col tasso di occupazione delle terapie intensive sopra la soglia di guardia, al 34%, e una moderata probabilità che nel prossimo mese possa esserci una nuova impennata di ricoveri. Tutto questo mentre al 3 gennaio nella regione si contavano 130 focolai e nell’ultima giornata di ordinario screening, quasi 4mila tamponi hanno restituito 215 nuovi positivi.
Nel giallo “rafforzato” adottato dall’Umbria, si vuole capire che tipo di direzione possa prendere la curva del contagio che ha ripreso leggermente quota. In base ai dati epidemiologici e al parere del Cts, l’esecutivo regionale ha infatti ritenuto opportuno mantenere lo status quo (con riferimento alle misure restrittive) cercando di capire, trascorsi circa 20 giorni dalle festività, come l’epidemia possa evolversi. Tra giovedì e venerdì mattina, i 3.895 tamponi processati hanno restituito 215 nuove diagnosi, con un’incidenza del 5,52% tornata ai livelli pre natalizi. Anche la media mobile (sui dati settimanali) riperde quota, col tasso di positività sceso al 7,14% (13,18 in Italia). Giù anche il totale dei casi settimanali, 1.166, dopo la mini impennata dei giorni scorsi (1.415).
L’incidenza dei nuovi positivi sulla popolazione resta elevata: sui 14 giorni, 270 casi ogni 100mila residenti. Sotto il dato nazionale, 347,8, ma ancora molto lontano da quel “50” indicato come soglia per poter passare dalla mitigazione (restrizioni sociali diffuse) al controllo del contagio (tracciamento individuale). Aspetto rimarcato dal presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, presentando il monitoraggio settimanale della Cabina di regia. Dal quale emerge un indice Rt tornato a 1,01, con parametri in lieve risalita e una classificazione del rischio tornata “alta” (da bassa/moderata) così come la valutazione di impatto (da bassa). In risalita i casi che non appartengono a catene di contagio note, 633 in due settimane (28,8%), così come i focolai dai 129 del 27 dicembre sono passati ai 130 del 3 gennaio. In risalita l’incidenza dei tamponi positivi, escluso il retesting, passata dal 12,5 al 17,7%; l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive, al 34% sopra la soglia critica, e quella dei degenti in area media, al 36%. In lieve calo il parametro sulla capacità di monitoraggio, pari all’89,3% come prima del 7 dicembre. I dati ospedalieri giornalieri, intanto, indicano un incremento di due degenti (323 il totale), con un nuovo ingresso in rianimazione (43 il totale).
A livello territoriale il contagio resta diffuso, con l’allerta tornata in vari comuni. L’incidenza dei positivi resta elevata a Gualdo Tadino (11,34 per mille) ed è risalita a Magione (9,66). Nel comune lacustre, 5 ospiti della residenza Casa Serena sono risultati positivi e per evitare altri contagi sono stati trasferiti in un Covid hotel della zona. Il contagio è risalito in tutto il territorio: dal 21 dicembre, 136 nuovi casi certificati a Magione; 158 a Corciano; 59 a Castiglione del Lago. Ieri sono stati segnalati anche altri due decessi, di pazienti residenti a Terni e Trevi. A Città di Castello, stabile la situazione nella Rsa “Muzi Betti” anche se la guardia resta alta vista l’età avanzata e alle patologie pregresse degli ospiti.
Intanto, l’ordinanza regionale che oggi e domani autorizza i cacciatori a spostarsi tra comuni è finita nel mirino del Wwf le cui sezioni di Perugia e Terni, tramite l’avvocato Valeria Passeri, hanno trasmesso anche in Procura e alla Corte dei conti una diffida a revocare o annullare l’atto firmato da

© RIPRODUZIONE RISERVATA