Virus, in Umbria la variante inglese al 64%,
quella brasiliana al 32%, dato più alto d'Italia

Virus, in Umbria la variante inglese al 64%, quella brasiliana al 32%, dato più alto d'Italia
di Fabio Nucci
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 07:46

PERUGIA I dati dell’epidemia restano sull’altalena, pur in un quadro di maggiore stabilità rispetto ad almeno due settimane fa. Così, dopo la giornata senza decessi, ieri sono cinque quelli segnalati ed è tornato a salire sopra la soglia dei 5mila casi anche il dato degli attualmente positivi: nell’ultima giornata, infatti, i nuovi contagi, 186, sono tornati a superare i guariti (116). Sullo sfondo, resta il fenomeno delle varianti che in Umbria, pur in riduzione, interessano ormai il 96% dei casi certificati secondo l’ultima indagine lampo Iss-Ministero.
FENOMENO VARIANTI
Sono 80 i campioni positivi confluiti nel nuovo flash survey dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute che, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, continuano a mappare la presenza delle varianti sul territorio. L’ultima analisi campionaria, aggiornata al 18 marzo, indica che in Umbria ormai la quasi totalità di contagi è riferibile alle mutazioni del virus, con quello “selvaggio” presente ormai nel 4% dei casi. Su 80 campioni selezionati dai cinque laboratori regionali di riferimento, ne sono stati sequenziati 26, con 25 sequenze ottenute per analisi. Una ricerca che ha restituito in 16 casi la presenza della variante inglese (lineage B.1.1.7) la cui prevalenza è stimata al 64%. In otto casi, invece, l’analisi genetica ha restituito la presenza della mutazione brasiliana (lineage P.1) la cui prevalenza è stimata al 32%. Una percentuale che si conferma la più alta in Italia. Nel rapporto si parla di “ampia diffusione sul territorio nazionale” della variante inglese, mentre l’altra presenta una prevalenza media del 4%, con un range che oscilla tra lo 0 e il 32% (dato dell’Umbria). “Ma mentre nel monitoraggio precedente era stata segnalata in Umbria, Toscana e Lazio – si legge nel rapporto - nell’ultima indagine è segnalata anche in Emilia-Romagna. Si rileva inoltre che la variante brasiliana è in diminuzione nel numero totale in Umbria e in aumento, invece, nel Lazio”.
IL BOLLETTINO
L’effetto varianti pilota la lenta discesa della curva epidemica che in Umbria si traduce in un andamento particolarmente oscillante dei dati più rappresentativi del contagio. Ieri, ad esempio, dopo il giorno “zero decessi”, si sono registrati cinque casi letali, ad Assisi, Perugia, Terni e, dopo vario tempo, nuove vittime anche a Norcia e Nocera Umbra. La media mobile, tuttavia, per la prima volta dal 9 gennaio è scesa sotto 4, mentre l’indice di letalità è stabile da una settimana al 2,47% (3,06% in Italia). Quanto ai contagi, sono 186 quelli certificati tra lunedì e martedì mattina a fronte di 6.825 tamponi, 3.677 dei quali processati con test molecolare con un’incidenza del 5% al di sotto della media mobile che da ormai tre settimane staziona sotto il 7%. La conferma della relativa stabilità della curva che accompagna un andamento oscillante dei ricoveri ordinari ieri scesi a 354 (-18), mentre da tre giorni si contano 60 posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Anche ieri, tuttavia, si segnalano cinque ingressi a reparto, 24 nell’ultima settimana. Risaliti a 5.045 gli attualmente positivi, nel cui conteggio si inseriscono anche i 116 guariti giornalieri, il dato più basso degli ultimi 40 giorni.
Quanto all’incidenza cumulativa settimanale, si avverte una lieve risalita in provincia di Perugia dove con 138,26 casi ogni 100mila abitanti, l’indicatore segna il controsorpasso su Terni dove il dato è sceso a 137,41. Restano 17 i comuni con più di 200 casi, mentre 24 nell’ultima settimana non hanno registrato nuovi contagi. A livello territoriale, prevalenza settimanale in risalita a Gubbio (ieri 11 nuovi contagi), Corciano (9), Umbertide (12), Trevi (2) e Marsciano (3).

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