Virus, test rapidi in ferramenta
i carabinieri del Nas aprono inchiesta

Virus, test rapidi in ferramenta i carabinieri del Nas aprono inchiesta
di Luca Benedetti
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Domenica 22 Novembre 2020, 08:00


PERUGIA Adesso sul giallo dei test rapidi anti Covid, si apre uno squarcio di luce. Si sono mossi i carabinieri del Nas per capire come sia possibile che alcuni negozi abbiano pubblicizzato sui proprio profili Facebook i test rapidi anti Coronavirus. E al caso specifico segnalato ieri su queste colonne, se ne aggiunge un altro per il quale i carabinieri del Nucleo tutela della Salute stanno facendo accertamenti. Sempre il solito gioco: il profilo Facebook del negozio che fa da specchietto per la vendita del test rapido per scoprire se si è entrati in contatto con il virus.
La cosa che sorprende non è solo il fatto che avvenga, ma che anche nel secondo caso certificato sia una ferramenta a pubblicizzare la possibilità di vendere ai clienti il test rapido. Due ferramente in due luoghi distinti e distanti della regione, attività non legate da alcun tipo di legame commerciale. E anche due negozi che, in parte, hanno un target di clienti diversi visto che il caso segnalato ieri su queste colonne riguarda una ferramenta con annesso show room per la vendita di mattonelle e arredo bagno. L’altra, invece, è una classica ferramenta di paese che, insieme ai test scopri Covid-19, quelli rapidi, promoziona anche rastrelli e zanzariere, colle e materiale per la raccolta delle olive.
Logico che non si possa fare, logico che i test non sono di libera vendita ma vanno fatti dal personale sanitario e , quando serve, con la prescrizione del medico di famiglia.
Perché ci sia stato il tentativo di aprire questo tipo di mercato resta un mistero. Sopratutto perché chi si è mosso lo ha fatto con la facilità di vendere tramite il profilo Facebook del negozio, ma con la stessa facilità correva il rischio di essere scoperto.
«Disponibile in ferramenta test rapido sierologico per Covid-19», c’è scritto nel post. Con tanto di foto del prodotto. C’è la scatola, ci sono in una seconda foto i kit e poi ci sono le istruzione su come utilizzare il test rapido. Il prodotto è, curiosamente, lo stesso che vine pubblicizzato nelle due dei negozi di ferramenta finito all’attenzione del Nas. Da parte degli uomini guidati dal tenente colonnello Giuseppe Schienalunga, bocche cucite. Cioè a parte il fatto che i casi, compreso quello segnalato ieri su queste colonne, è al vaglio dei militari del Nucleo tutela della Salute, non viene indicato il tipo di mosse fatte nei confronti di chi ha provato a vendere i test rapidi per il Covid-19. Provato, perché al momento di tratterebbe di pubblicità per catturare prenotazioni. Almeno in un caso, quello del posto che è stato rimosso poche ore dopo il primo click.

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