Virus, in mille per la gara in bici, le proteste:
«Perché loro sì e noi chiusi in casa?»

La gara di bici tenuta a Perugia
di Michele Milletti
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Lunedì 4 Gennaio 2021, 08:00


PERUGIA La rabbia esplode a metà mattina di un’altra giornata di festa da zona rossa, quindi tutti chiusi in casa a sperare in tempi migliori, e ha il formato di foto, scattate e postate sui social network. Foto che raccontano di evidenti assembramenti nella zona del percorso verde che si snoda intorno al Decathlon, dunque nel comune di Perugia ma lungo la linea di confine con quello di Corciano.
Sono foto che raccontano di tante persone in bicicletta e altrettante che le stanno a guardare. Foto accompagnate e commentate con rabbia: «Possibile che noi dobbiamo stare chiusi in casa, che negozi e bar debbano essere serrati perché siamo in zona rossa e poi invece vengono autorizzate cose del genere? E gli assembramenti per loro non valgono? Addirittura con il patrocinio del comune di Perugia?». Questo, in sintesi, il pensiero che le foto pubblicate da vari utenti di facebook di passaggio nella zona hanno scatenato.
Proteste non solo sui social. Perché alcuni cittadini hanno invece preso il telefono e chiamato direttamente il centralino della questura. 
I FATTI 
Ma cosa è successo davvero? Anzitutto, quella andata in scena ieri è una gara di ciclocross definita «di rilevanza nazionale». Campionato regionale Umbria Ciclocross organizzato dall’Unione ciclistica Petrignano ma, come scritto dagli stessi organizzatori, in «esilio» proprio al percorso verde del Decathlon e per questo chiamato “Petrignano Cross - 1 Trofeo Decathlon”. «Inserita nell’elenco delle gare della Fci come valenza nazionale, la gara si svolgerà secondo tutti i protocolli anti-assembramento e di distanziamento sociale. Lo sport in piena sicurezza come segnale di coraggio e di continuità» ha reso noto qualche giorno fa l’assessore allo Sport, Clara Pastorelli. 
Una gara in cui era soprattutto vietata la presenza di pubblico ad assistere. Ma allora, chi erano tutte quelle persone intorno al circuito visibili non solo dalle foto scattate dai passanti infuriati ma anche dai video ufficiali dell’evento? Secondo la questura, dopo l’invio di una pattuglia in aggiunta ai carabinieri già presenti per controllare la situazione, si tratta di persone autorizzate a seguire i 350 atleti in gara: personale legato ai team partecipanti ma anche i genitori dei tantissimi giovani atleti partecipanti. «Tutti con mascherine e inquadrati in rigide norme anti assembramento: solo un genitore per ragazzo autorizzato a stare lungo il percorso» fanno sapere ancora dalla questura. Insomma, tutto regolare, che piaccia oppure no.
Nella giornata di sabato, a proposito di controlli, 9 super multe elevate ad altrettante persone su 339 controllate.

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