Virus, perchè il rischio resta alto: tutti i numeri
I guariti regalano 33mila dosi di vaccino

Virus, perchè il rischio resta alto: tutti i numeri I guariti regalano 33mila dosi di vaccino
di Fabio Nucci
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Sabato 27 Febbraio 2021, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:18


PERUGIA Contenere e vaccinare. Parole d’ordine che da Roma rimbalzano specie in Umbria alla luce dell’effetto varianti che ha di fatto anticipato la terza ondata epidemica. Fenomeno che, seppur più sotto controllo, inchioda la regione a un rischio alto, con un Rt in discesa, ma con 205 nuovi casi a settimana ogni 100mila residenti e un’incidenza in risalita in provincia di Terni. «Serve uno sforzo di contenimento dove ci sono focolai intensi o varianti più pericolose per mettere in sicurezza la campagna vaccinale», ha ammonito Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, presentando il monitoraggio settimanale. Somministrazioni che proseguono, con altre 629 dosi somministrate alle 18 di ieri, mentre sono oltre 33mila gli assistiti in stand by, positivi dopo il primo settembre e guariti.
IL MONITORAGGIO
È un quadro stabile quello che emerge dalla Cabina di regia con alcuni indicatori in discesa. Si contano, ad esempio 122 focolai in meno in una settimana, ma il totale resta da “guardia alta” a quota 349. Consistente il dato dei casi sui 14 giorni, 4.508 in lieve discesa, così come calano i casi non associati a catene note, 622 (-16). Sostenuta l’occupazione dei posti letto negli ospedali, al 56%: in calo nelle terapie intensive (-4%), in aumento in area medica (+2%). Quanto alle valutazioni, ancora moderata sul rischio progressione delle ospedalizzazioni; “alta” quella di impatto e la classificazione del rischio. Il virus continua a circolare e lo dimostra l’incidenza di tamponi positivi, escluso il retesting al 16,7% (in lieve calo) mentre l’indice Rt fatica a tornare sotto la soglia di guardia: 1,07, il dato più basso dalla settimana 18-24 gennaio.
IL BOLLETTINO
Passando ai dati giornalieri, ieri si è registrata una risalita dei nuovi contagi, 331 dopo cinque giorni sotto quota 300. Resta stabile la media mobile (268,9), mentre risale l’incidenza delle diagnosi sui tamponi processati con test molecolare, ieri 3.715, pari all’8,9%. Si conferma l’allentamento della pressione sugli ospedali, con 7 ricoveri ordinari in meno, che portano il totale a 441, minimo da due settimane, e un degente Covid in terapia intensiva in più, 78 in totale con 7 ingressi giornalieri, 37 nella settimana (dato più basso dal 6 febbraio). Elementi che corroborerebbero una progressiva stabilizzazione degli indicatori sensibili dell’epidemia, tutta da confermare nei prossimi giorni. A livello regionale, infatti, se in provincia di Perugia i casi settimanali e l’incidenza sulla popolazione mantengono un trend in lieve discesa, in quella di Terni da sabato scorso si assiste a una timida risalita da 163 a 219 casi settimanali. Nella provincia maggiore si è invece passati da 1.832 a 1.585 casi con un’incidenza di 241,8 casi per 100mila abitanti. In lieve flessione la curva dei decessi: ieri altri 7 con la media mobile scesa a 10,1. Gli ultimi casi letali riguardano pazienti residenti a Bastia, Città della Pieve, Città di Castello, Foligno, Perugia, Todi e Vallo di Nera che piange la sua prima vittima Covid (su 357 abitanti). Da segnalare un cluster di 5 casi a Scheggia, e nuovi contagi in risalita anche a Spello (10, con 15 guariti), Spoleto (19, 2), Città di Castello (33, 25), Foligno (31, 24), Assisi (25, 14), Perugia (27, con 86 guariti) dove il virus pare abbia frenato la sua corsa.
VACCINI
“I soggetti risultati positivi al Sars-Cov-2 possono vaccinarsi solo se sono stati positivi prima del 01/09/2020”. La scritta campeggia nel portale prenotazioni della Regione che di fatto congela 41.488 persone che si sono infettate dal primo settembre ad oggi, al netto delle vittime. Una fetta di popolazione pari al 4,7% in “overbooking” e in attesa di indicazioni ulteriori. Le stesse che aspettano i soggetti vulnerabili over e under 60 inseriti nella fase due del piano. «Non abbiamo avuto indicazioni in merito né dalla struttura commissariale né dall’organismo che definisce il piano vaccinale», precisa il commissario Massimo D’Angelo.



 

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