Virus, curva più stabile grazie alle misure restrittive. Crescono i focolai, il rischio resta alto

Virus, curva più stabile grazie alle misure restrittive. Crescono i focolai, il rischio resta alto
di Fabio Nucci
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Sabato 20 Febbraio 2021, 09:15

PERUGIA- Una curva dei contagi dall’andamento più costante e discendente ma in un quadro dai contorni marcati in termini di ospedalizzazioni e decessi e un andamento duale dell’epidemia nelle due province. I numeri del Nucleo epidemiologico regionale riportano una situazione ancora al limite, con un indice Rt di poco sotto la soglia critica, 0,98 per gli esperti della Regione, dato più aggiornato; 1,17 per la Cabina di regia per la quale classificazione del rischio e valutazione di impatto restano al massimo livello di allerta. Il dato settimanale dei nuovi positivi continua a scendere, ma preoccupano i tanti focolai, 471 quelli indicati nel monitoraggio settimanale, oltre 100 in più rispetto al precedente periodo, e la maggior aggressività del virus mutato che, rispetto a novembre, ha portato più contagiati in ospedale.
Il dato positivo riguarda la curva epidemica, letta tramite la media mobile (calcolata sui dati settimanali), che dopo la crescita lineare e costante mostrata da fine dicembre, da qualche giorno sta piegando verso il basso. «Un fenomeno che non si è ancora stabilizzato - avverte Marco Cristofori del Nucleo epidemiologico – ma che fornisce indicazioni sul possibile andamento successivo». Per il direttore regionale alla Salute, Claudio Dario, «segnali dell’efficacia degli interventi che iniziano a comparire, vista anche la consistente differenza nell’incidenza tra le due province, con quella di Perugia quattro volte superiore (332,76) a quella di Terni (82,34)». La media regionale, considerando i dati aggiornati a ieri, è pari a 231,5 nuovi casi ogni 100mila abitanti, contro i 138,7 che si rilevano a livello nazionale. Nell’ultima giornata, tale trend più stabile è stato confermato, con 301 nuovi casi e un’incidenza sui tamponi processati con test molecolare al 7,73% in discesa e sotto la media settimanale (8%). Nel confronto tra le due ultime settimane, il dato aggregato sui sette giorni è sceso del 20,7% e anche la media mobile appare in costante discesa. Quanto alla mappa del contagio, la cartina dei comuni della provincia di Perugia appare meno rossa rispetto alla scorsa settimana. «C’è stato un certo scolorimento – spiega Cristofori – ma l’area dell’Alto Tevere, parte del Trasimeno, il Perugino, Bastia e le aree più densamente popolate, fino a Foligno, hanno un’incidenza ancora piuttosto elevata, sopra ai 300 casi ogni 100mila abitanti». Quanto a Terni, il cluster più grosso, legato a un evento sociale, era localizzato ad Amelia. «Ad oggi risulta quasi bloccato».
Restano elevati i dati ospedalieri, seppur in lieve calo nell’ultima giornata, con sette degenti ordinari in meno e anche le terapie intensive si sono ridotte di due unità, ma si registrano 7 ingressi giornalieri: il totale indica 545 ricoverati, 83 dei quali in rianimazione. «La curva dei ricoveri descrive un andamento simile a quella epidemica, ma con un picco più alto di quello di novembre», osserva Cristofori. «Questo ci ha fatto sospettare che c’era qualcosa che non stava andando in maniera regolare nell’epidemia, quanto meno per quello che noi conoscevamo». Discorso simile per le terapie intensive che hanno toccato il picco di 85, anche questo più alto di quello autunnale. «Fenomeno avvenuto con una quantità di positivi inferiore». A tale proposito, un altro elemento che ha insospettito gli esperti del Nucleo epidemiologico riguarda l’aumento dell’incidenza dei degenti-Covid sugli attualmente positivi che per i ricoveri ordinari è passata dal 5 al 6%, per le terapie intensive, dallo 0,7 all’1,1%. «Questo rapporto che è rimasto costante per lungo tempo ha iniziato ad alterarsi e tutti questi elementi ci hanno portato a pensare che ci fosse qualcosa che si stava evolvendo in un contesto leggermente diverso». Anche i decessi, osservando la media mobile, mantengono un andamento crescente che dura da inizio gennaio, segnale di una possibile maggiore aggressività del virus. Ieri altri 11 i morti la maggior parte dei quali arriva da zone ad alta concentrazione di casi: 3 a Perugia, 2 a Bastia Umbra e a Foligno, con gli altri casi letali di pazienti residenti a Città di Castello, Gualdo Tadino, Gubbio e Trevi.
Altri elementi utili a descrivere la situazione umbra, arrivano dal monitoraggio della Cabina di regia, relativo alla settimana 8-14 febbraio. Rispetto al periodo precedente, sono stati rilevati 104 focolai in più (471 il totale), mentre si abbassa il numero dei casi non associati a catene epidemiche note, da 940 (21,3%) a 638 (13%). Al 60 e 54% la percentuale di occupazione dei posti letto in intensiva e area medica, l’indice Rt è in discesa da 1,20 a 1,17, mentre non si rilevano particolari variazioni nel sistema di sorveglianza.

Sale invece l’incidenza dei tamponi positivi, escluso il retesting, ora al 17,5%, indice collegato all’allerta segnalata rispetto alla resilienza dei servizi sanitari. La valutazione d’impatto, infatti, resta Alta, quella sulla probabilità di un ulteriore impennata di ricoveri, Moderata.

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