«Covid, quello che accade in Umbria presto accadrà in tutta Italia»

«Covid, quello che accade in Umbria presto accadrà in tutta Italia»
di Fabio Nucci
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Sabato 12 Marzo 2022, 07:30

PERUGIA Si allungano i tempi di uscita dalla pandemia con la curva che continua nella sua fase di risalita testimoniata dai 1.836 positivi censiti tra giovedì e venerdì mattina. Risalita a 1.082 casi per 100mila abitanti, l’incidenza settimanale, doppia rispetto al dato nazionale, pari a 539. E nel monitoraggio della Cabina di regia, l’Umbria torna a rischio moderato come la probabilità di raggiungere soglie critiche di occupazione di posti letto Covid. Intanto, prosegue a rilento la vaccinazione, con oltre 130mila assistiti che non hanno ancora fatto la dose booster, essenziale per dribblare la variante Omicron.
La risalita dei contagi negli ultimi giorni è stata accompagnata da un maggior numero di tamponi processati. Ieri 9.850, 59.234 nell’ultima settimana con una crescita dell’11,4% (+14,1% per gli antigenici). Le nuove diagnosi salgono però in modo più repentino e l’incidenza sui test effettuati è salita al 18,6%, con la media mobile settimanale al 15,8%, tornando quasi ai livelli massimi registrati tra il 7 e l’8 gennaio. Col numero dei guariti che, considerando il dato settimanale, è sceso del 12%, si assiste a una consistente crescita di attualmente positivi, grandezza che ieri ha toccato quota 13.470, con 1.024 unità in più rispetto al giorno precedente. Restando ai dati dell’ultimo bollettino, si è tornati a oltre 9.300 casi settimanali, con la media mobile a 1.337,3, ai livelli di un mese fa, e un’incidenza per 100mila abitanti pari a 1082,2, doppia rispetto al dato nazionale. «L’Umbria come al solito sta anticipando quello che da qui a pochi giorni avverrà nel resto del Paese», ha twittato Luca Gammaitoni, fisico sperimentale dell’Università degli studi di Perugia che ha aggiunto: «Questa nuova e piuttosto violenta impennata di nuovi contagi sposta in avanti la data d’uscita da questa fase epidemica». Per l’accademico, le ragioni di tale risalita risiedono in una ripresa della socialità poco prudente registrata durante il carnevale specie nella fascia 14-24 anni. «Nella settimana appena trascorsa - aggiunge - la crescita si è allargata per contagio a tutte le altre fasce di età, bambini piccoli e ultra cinquantenni compresi. Solo gli ultra ottantenni sembrano stabili. Con la crescita dei contagi riprenderà anche quella delle ospedalizzazioni che già si intravede». Da qui il richiamo a vaccinarsi, a utilizzare le precauzioni e a evitare luoghi chiusi e affollati.
Ieri è stata anche la giornata della “pagella” Ministero-Iss contenuta nel monitoraggio settimanale che per l’Umbria vede tutti i parametri risalire. A partire da Rt, tornato a 1,14, il dato più alto da inizio gennaio, per proseguire coi focolai: 81 quelli censiti tra il primo e il 7 marzo. In risalita i casi non associati a catene epidemiche note, la cui incidenza sul totale dei positivi certificati è al 51,3% a dimostrazione della diffusione poco tracciabile del virus. Nel report, la regione è tornata a rischio moderato così come la valutazione della probabilità di escalation nei ricoveri ospedalieri. Resta invece al minimo la valutazione di impatto sui servizi sanitari. Al 10 marzo, infatti, calcolata una saturazione dei posti letto di area medica al 21,5% (22,1 la scorsa settimana) e al 3,9% in terapia intensiva, il dato più basso da quando viene fornito tale parametro (fine novembre 2021). In risalita, invece, dal 25 al 28%, il tasso di positività dei tamponi, escluso il retesting: elemento all’origine dell’allerta di resilienza del sistema sanitario regionale.
Capitolo vaccini. Prosegue la fase di stallo della profilassi con meno di mille somministrazioni effettuate negli ultimi giorni, 5.800 tra il 4 e il 10 marzo compresi. Tra queste si annidano 349 nuovi vaccinati, 235 dei quali convinti dall’ultimo arrivato Novavax. A fronte di 732mila assistiti che hanno completato il ciclo primario, risultano 579mila dosi addizionali somministrate, almeno 130mila persone che non hanno ancora ricevuto il booster, volendo considerare i tempi minimi di attesa. Sono invece 384 gli immunodepressi coperti anche con quarta dose.

 

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