Scuola online ai tempi del coronavirus: in Umbria ancora mille studenti isolati

Scuola online ai tempi del coronavirus: in Umbria ancora mille studenti isolati
di Remo Gasperini
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Sabato 18 Aprile 2020, 11:31
PERUGIA - Come vivono le scuole umbre, soprattutto le superiori, questo trimestre in quarantena per un anno scolastico che sarà valido ma finirà in modalità virtuale? La risposta, con tutte le difficoltà incancellabili dell’emergenza (gli studenti ancora “isolati” sono meno di un migliaio), è positiva.

Il punto di osservazione privilegiato è la task force dell’Usr e del gruppo fa parte Franca Burzigotti, dirigente scolastico del Campus da Vinci di Umbertide che con Future Lab è il polo di formazione regionale per docenti. Istituto con otto indirizzi di studio, il Campus fa parte del gruppo di 28 scuole polo regionali italiane riconosciute come le Avanguardie Educative. Con la dirigente Burzigotti, la cui scuola ha un piano intero di laboratori di avanguardia, è stato possibile fare un giro di orizzonte sulle tre componenti docenti, studenti e genitori.

DOCENTI
Lavoratori in prima linea, anche se in completa sicurezza sanitaria, sono gli insegnanti catapultati dal covdi-19 nella nuova realtà virtuale con collegi docenti, consigli di classe e soprattutto l’insegnamento a distanza: «Che è una costrizione dovuto alla situazione - spiega la Burzigotti – non una scelta o un supporto ma è il tutto. Il fatto è che quello che si fa nella classe reale non può essere sostituito completamente nelle classi virtuali che pure sono una grande risorsa. Con i corsi che eroghiamo con Future Lab si sono formati in Umbria già mille insegnanti e altri mille sono in corso di formazione. I più numerosi sono i docenti del primo ciclo meno abituati a usare strumenti informatici, ma in tutti c’è grande disponibilità ad aggiornarsi.

Al di là degli aspetti tecnici quali l’uso degli strumenti e delle piattaforme i problemi sono la gestione del tempo scuola e la didattica: a distanza i modi e soprattutto i tempi dell’insegnamento sono diversi da quelli usuali. Un punto di criticità è stabilire per i ragazzi un carico sostenibile di lavoro; nella mia scuola, e così abbiamo suggerito a tutte, è stata fatta una riprogrammazione del Pof, il piano dell’offerta formativa, e la scheda di valutazione è stata integrata con altre voci come partecipazione, puntualità, resilienza, acquisizione di nuove competenze e metodologie. Resistenze tra i docenti sulla didattica a distanza? Per quanto mi risulta in Umbria il numero di docenti che, diciamo così, è poco collaborativo è assolutamente residuale. Qualcuno per ha problemi di collegamento, altri perché la didattica a distanza non l’hanno considerata tra i loro compiti, infatti solo da pochi giorni è stato esplicitato che i docenti la devono “assicurare”. Ma da nessuna parte ancora è scritta la parola “obbligatoria”; del resto se non tutti gli studenti possono averla che si fa a renderla obbligatoria»?

STUDENTI
«Nella stragrande maggioranza gli studenti hanno reagito bene - dice la Burzigotti -. La curiosità per la novità, la conoscenza degli strumenti informatici e di comunicazione hanno giocato un ruolo positivo. Certo non è tutto oro. Nella recente videoconferenza fatta prima di Pasqua con un centinaio di rappresentanti degli studenti del mio istituto, sono emerse anche le situazioni di criticità. Al di là dei problemi di collegamento della prima fase ormai quasi tutti risolti, il vero problema emerso è il carico di impegni: video lezioni, verifiche, compiti interrogazioni. Non si può stare una mattinata davanti al computer con una concentrazione continua. Per questo è stato necessario pianificare l’attività con un numero limitato di ore mattutine e una separazione di trenta minuti, alcuni ne fanno quindici, tra un insegnante e l’altro. Poi le preoccupazione maggiori ce l’anno gli studenti dell’ultimo anno delle superiori che ancora sono nella incertezza di come sarà la maturità».

GENITORI
«La componente genitori è molto collaborativa – assicura la Burzigotti -. Per esperienza diretta nel mio Campus ma anche per i contatti che ho con colleghi dirigenti e docenti della altre scuole posso o dire che c’è un clima molto costruttivo. Dalla video conferenza con 80 rappresentanti dei genitori sono arrivati molti apprezzamenti per il lavoro che i docenti stanno facendo per non far perdere comunque se non l’anno il trimestre con le scuole chiuse. Criticità emerse? Non tutte le famiglie possono seguire i figli allo stesso modo, le differenze esistono per esempio nelle dotazioni strumentali e nelle disponibilità per motivi di lavoro, ma tutti fanno il possibile: posso dire che il rapporto scuola-famiglia, almeno nelle realtà periferiche è ulteriormente migliorato. I genitori apprezzano che abbiamo mantenuto attività come il teatro e l’orientamento anche se le preoccupazioni non mancano. Per esempio sulla valutazione finale che sarà data ai loro figli c’è molta attenzione. Insomma temono che in questa emergenza non vengano valutati per quello che valgono ma chiedono anche come saranno gestiti eventuali debiti, se e come ci saranno corsi di recupero. Domande alle quali ancora non sappiamo rispondere»
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