Fase 2 in ospedale, a Perugia al via di nuovo le visite specialistiche

Fase 2 in ospedale, a Perugia al via di nuovo le visite specialistiche
di Luca Benedetti
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 10:50
PERUGIA - La Fase 2 della sanità è partita con attenzione, ma diventa decisiva. Basta fare una mano di conti, li stessi che ha fatto, qualche settimana fa per il Messaggero l’assessore alla Sanità Luca Coletto.Con il blocco Covid-19, l’Umbria è rimasta indietro di centomila prestazioni ambulatoriali e specialistiche, screening compresi. Da lunedì riparte la specialistica all’ospedale Santa Maria della Misericordia, una struttura che gira su 7,3 milioni di prestazioni ambulatoriali all’anno.

Una ripartenza per gradi come spiega il commissario straordinario del Santa Maria della Misericordia, Antonio Onnis: «Siamo di fronte a un importante sforzo organizzativo, anzi riorganizzativo. Dobbiamo tenere un grande equilibrio tra le misure di sicurezza e il garantire i servizi alla persona quotidianamente. Ci muoveremo secondo un doppio approccio: da una parte la classe di priorità delle prestazioni, dall’altra il controllo programmato quotidiano». Si riparte, poter che le urgenze non si sono mai remate, con i malati oncologici, chi è in regime post operatorio, chi deve seguire terapie anticoagulanti oltre alle patologie suscettibili di peggioramento E ci saranno anche le classiche analisi del sangue che saranno effettuati con scaglionamenti programmati e particolare attenzione visto che, quotidianamente, dal punto di vista numerico, erano i più numerosi. Senza dimenticare gli screening. «È logico- spiega ancora Onnische saranno gli specialisti a segnalarci le necessità. Ecco perché parlodi monitoraggio quotidiano».



L’ospedale, come già avviene da qualche giorno, sarà controllato dai quattro accessi anche con i termoscanner. Ogni paziente dovrà arrivare non più di un quarto d’ora prima della prestazione specialistica ambulatoriale. Per garantire il distanziamento sociale è stato ridotto l’utilizzo delle seggiole nelle sale e corridoi d’attesa. Così come tra un paziente che entra e il successivo passeranno non più i venti minuti medi pre-Covid, ma si arriverà a mezz’ora visto che sarà necessaria la sanificazione degli ambienti e anche dei macchinari. «I nostri medici e infermieri- sottolinea Onnis- indosseranno tutte le protezioni».

La Regione ha dato un’indicazione precisa: ambulatori aperte sette giorni su sette dalle mattina ala sera e anche l’Azienda ospedaliera si adeguerà. Difficile, a bocce ferme, fare un’ipotesi di quanto sarà la riduzione dell’utilizzo degli ambulatori rispetto al presidio pre Covid-19. Ancora Onnis: «Abbiamo in mano i dati dell’attività chirurgica che si è ridotta all’incirca del 50% considerando anche l’attivazione delle convenzioni con i privati». A proposito: ieri prime sedute operatore dei professori Antonio Rulli e Auro Caraffarispettivamentea PortaSole e aVilla Fiorita. C’è un’altra partita, nella sanità investita dal ciclone Covid-19: la telemedicina. «Dovremmo deliberare a breve-anticipa Onnis- ci sono stati sottoposti progetti dai nostri specialisti e credo che la pediatria potrà trarre giovamento sopratutto nell’evitare che i bambini vengano in ospedale».

A proposito di accessi: sono tornati a salire quasi a livelli pre-Covid quelli al Pronto Soccorso nonostante il filtro dei medici di famiglia. «Hanno fatto un grande lavoro», commenta Onnis. Tempi più lunghi, invece, per la riapertura dell’attività di intramoenia.
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