Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, boccia senza mezzi termini le misure adottate dal governo Conte per la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus e rivolge un appello alla presidente Donatella Tesei, perché la Regione Umbra possa cercare il modo di far valere le sue migliori condizioni sanitarie e consenta alle attività meno a rischio di ripartire dopo il 4 maggio. «Non comprendiamo davvero certe scelte del governo. Perché possono restare aperti i negozi di vestiti per bambini e non quelli per gli adulti che li accompagnano e devono comunque uscire di casa? Perché devono restare chiusi i negozi di mobili, dove il distanziamento può essere garantito in tutta sicurezza, fermo restando la possibilità di scadenzare adeguatamente gli appuntamenti per le consegne? Sono solo alcuni esempi dei molti che si potrebbero fare per dimostrare la incoerenza di scelte che hanno ricadute enormi sulle spalle delle imprese».
«Chiediamo alla presidente della Giunta regionale un atto di coraggio. Gli imprenditori umbri, in questa gravissima situazione, davvero senza precedenti, stanno dando fondo a tutte le loro risorse” sottolinea il presidente di Confcommercio Umbria - conclude Mencaroni -. Gli imprenditori hanno bisogno, come l’aria, di una iniezione di fiducia, perché il rischio è quello di una paralisi definitiva per settori che in Umbria rappresentano una fetta importante dell’economia regionale. Se il governo nazionale non vuole o non può farlo, dovrà essere allora il governo regionale ad ascoltare l’appello di migliaia di piccoli imprenditori che mai come in questo momento hanno bisogno di sentire vicino una classe politica lucida, in grado di prendere le decisioni giuste per l’emergenza che stiamo vivendo e di assumersi le proprie responsabilità».
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