Virus, tre positivi su quattro hanno la variante
La brasiliana più diffusa della inglese

Virus, tre positivi su quattro hanno la variante La brasiliana più diffusa della inglese
di Fabio Nucci
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 09:19

PERUGIA Un nuovo positivo su due potrebbe essere stato contagiato dalla variante brasiliana. È il primo indizio che arriva dallo studio dell’Istituto superiore di sanità, cui ha aderito il Nucleo epidemiologico della Regione, sulla prevalenza del virus mutato rispetto ad una serie di campioni selezionati dal territorio. Su 77 campioni analizzati, 41 presentavano un profilo genetico compatibile con la variante brasiliana. Una possibile spiegazione dell’onda anomala di SarsCov2 che continua ad attraversare la provincia di Perugia con un aggravamento del bilancio dei decessi e una pressione sugli ospedali che non accenna a ridursi.
Se la curva dei positivi, infatti, sembra più stabile, coi casi settimanali in calo da sei giorni, lo stesso non può dirsi per le ospedalizzazioni, con le terapie intensive tornate al massimo. Sono 85 i posti letto occupati da pazienti Covid, con un’occupazione del 65% e 10 ingressi giornalieri, il massimo come il 10 febbraio scorso. Quanto ai decessi, si è toccato il secondo dato più alto di sempre: 15 casi letali giornalieri, come il 3 dicembre (il massimo, 21, è stato registrato il 20 novembre. Ne consegue una risalita della media mobile, a 10,9, che conferma il trend crescente della curva che si accompagna a un progressivo innalzamento del tasso di letalità, che in un mese è passato dal 2,16 al 2,25. I decessi sono legati a comuni particolarmente colpiti da questo ritorno del virus: 4 pazienti abitavano a Perugia, due fuori regione, gli altri a Città della Pieve, Deruta, Giano dell’Umbria, Cannara, Magione, Panicale, San Giustino, Todi e Polino che piange il suo primo morto Covid su appena 223 residenti. Un’eccezione per la provincia di Terni che conta solo 7 comuni tra i primi 40 con l’incidenza di casi attivi più elevata. Ci sono territori nei quali, l’incidenza dei nuovi casi sulla popolazione cresce quasi quotidianamente, nonostante la relativa stabilizzazione della curva epidemica a livello regionale. Tra questi, Nocera Umbra, Spello, San Giustino, Giano dell’Umbria, Foligno, Bevagna, Bastia Umbra e Città della Pieve. Ieri 319 nuovi positivi a fronte di un numero inferiore di tamponi, con l’incidenza all’8,3%. Si registra anche un’impennata di guariti, 317 il dato più alto dal 27 gennaio: ne consegue un lieve calo dei casi attivi (-13) col totale a 8.418.
Per meglio comprendere il modo con cui il virus si sta propagando, è in corso uno studio di prevalenza condotto dall’Iss e cui partecipa attivamente il Nucleo epidemiologico della Regione. È composto da circa 300 campioni, provenienti da 5 laboratori diversi e selezionati per rappresentare l’intero territorio regionale, per 77 dei quali ieri sono arrivati i primi risultati: 41 (53%) hanno un profilo genetico identificabile con la variante brasiliana, 22 (28,5%). Considerando anche quelli sequenziati a gennaio, (44, di 34 dei quali si conosce l’esito) si può ipotizzare che un contagiato su due ha un’elevata probabilità di essere alle prese con la variante brasiliana, uno su tre con quella inglese. «Dati da aggiungere a quelli che già avevano confermato l’intuizione del Laboratorio di riferimento regionale, del Nucleo epidemiologico e del Comitato tecnico scientifico – si osserva dalla Regione – e che sottolineano come le varianti circolino in maniera diffusa su tutto il territorio regionale». Un’ulteriore indagine dedicata alle varianti porterà l’Iss ad analizzare 1.058 campioni di tamponi positivi di tutta Italia, selezionati in base a 4 macroaree. L’Umbria, inserita in quella Centro, contribuirà con 32 campioni, contributo definito in base al totale dei casi notificati il 16 febbraio.
Di varianti, ieri è tornata a parlare la governatrice Donatella Tesei, intervenendo in Assemblea legislativa. «Le mutazioni avvengono con molta rapidità a conferma di quanto questo virus sia insidioso: ci porta a gestire nel giro di pochissimo tempo situazioni diverse da quelle della settimana precedente. Questo compito, oggi toccato a noi, deve essere di aiuto per evitare che le varianti e un virus così diffusivo possa superare i confini. Siamo in mano alla scienza e dobbiamo seguirla».

 

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