Perugia, violenta per anni una volta a settimana una sua allieva: condannato

Perugia, violenta per anni una volta a settimana una sua allieva: condannato
di Egle Priolo
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Mercoledì 29 Marzo 2023, 07:42

PERUGIA - Quattro anni di violenze. Quattro anni di rapporti rubati da quando era poco più di una bambina. Con l'incubo finito solo ieri, dopo oltre tre lustri dal suo inizio, con la pesante a condanna a quello che ha indicato come il suo aguzzino: cinque anni e mezzo, più 15mila euro di provvisionale, per violenza sessuale al suo insegnante di equitazione. Alla notizia, data per telefono dal suo avvocato Paola Pasinato, la ragazza, ora donna, si è sciolta in un pianto liberatorio.

Una storia incredibile iniziata nel 2007 quando Marta (nome di fantasia) aveva solo 14 anni e proseguita tra vergogna e voglia di dimenticare quando ne ha compiuti 18. In quel periodo lei andava in un maneggio nella zona del Trasimeno e il suo istruttore ha iniziato ad avvicinarla in modo sempre più pesante. «Devi starmi vicina»: così l'uomo, oggi 75enne, ha cominciato il suo percorso di violenza – come ha raccontato la vittima – andato avanti un giorno alla settimana, fisso, per quattro lunghissimi anni. Anni in cui lei non ha mai raccontato nulla: «Ha chiuso tutto come in una scatola, un dolore troppo grande», ha ribadito in aula l'avvocato Pasinato. Troppo pesante quel fardello fatto di palpeggiamenti prima e di rapporti strappati poi. Nel silenzio con tutta la sua famiglia e i suoi amici. Per anni.
Fino al 2015. Lei aveva lasciato all'improvviso il maneggio, senza spiegazioni. Aveva provato a ricomporre la sua vita, aveva trovato un ragazzo, si era iscritta all'università.

Finché un giorno nel parcheggio quell'uomo la avvicina di nuovo, lei è in auto e lui le getta dentro dal finestrino una busta con 300 euro. Lei è sconvolta, scappa in questura e lì racconta solo del gesto assurdo dell'uomo. Ma i poliziotti capiscono subito che c'è qualcosa di più e la mandano al centro antiviolenza di Perugia. Qui la ragazza può contare su un supporto di rielaborazione e inizia finalmente a liberarsi di quel peso. L'uomo viene denunciato, inizia il processo che tra perizie e testimonianze (compresi i genitori della ragazza che non si erano accorti di nulla ma hanno cominciato a riunire i tasselli dei malesseri della figlia) è arrivato fino a ieri: otto anni per una sentenza di primo grado, tanti quanti ne aveva chiesti di condanna la pm Gemma Miliani. La condanna firmata dal collegio presieduto da Marco Verola, con Loschi e Grassi, arriva a cinque e mezzo, ma è relativa solo agli ultimi otto mesi di episodi contestati: tutti gli altri – tre anni e passa di violenze – sono già prescritti. Come il resto quando, certamente, l'imputato (che si è sempre dichiarato innocente) proporrà appello, assistito dall'avvocato Giovanni Spina. Ma fino ad allora Marta festeggia. «È stata una battaglia legale che ha restituito giustizia alla ragazza - ha commentato Pasinato -. Una vittoria non solo nostra ma del centro antiviolenza che l'ha sostenuta in tutto il percorso».

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