Vincenzo Salemme in prima nazionale al "Mancinelli" di Orvieto con "Napoletano? E famme 'na pizza": «E' casa mia».

Vincenzo Salemme in prima nazionale al "Mancinelli" di Orvieto con "Napoletano? E famme 'na pizza": «E' casa mia».
di Monica Riccio
5 Minuti di Lettura
Sabato 20 Novembre 2021, 07:45

Vincenzo Salemme ha Orvieto nel cuore, e Orvieto ha nel cuore Vincenzo Salemme. Ed è proprio dalla città del Duomo, dal palcoscenico del Teatro “Mancinelli”, che sabato 20 novembre l'amatissimo attore e regista partenopeo debutterà con “Napoletano? E famme ‘na pizza”.

E' questo il titolo del nuovo spettacolo teatrale di Vincenzo Salemme, prodotto da Valeria Esposito per Chi è di scena!, che sarà presentato al “Mancinelli” di Orvieto, alle 21, in prima nazionale e a seguire in replica domenica  21 alle 17, dando il via, con un annunciato sold out, alla tournee che porterà Salemme a recitare in tutta Italia per concludere a Roma, al Teatro Olimpico, in aprile passando per Sant’Arpino a Caserta, e poi Pagani, Salerno, Santa Maria Capua Vetere, Avellino, Avezzano, Aquila; e ancora Milano, Genova, Torino, Ferrara, Bologna Cosenza, Napoli, Bari.

Ha recitato in tante città ma c'è un amore storico, e ricambiato, tra Salemme e la città di Orvieto...
«Da quando ho fondato la mia compagnia ho sempre debuttato a Orvieto, ho sempre scelto Orvieto per la mia prima nazionale. Orvieto è proprio casa mia, è la mia famiglia – spiega Salemme – il suo teatro è magnifico, un teatro splendido sotto tutti i punti di vista, tecnico, estetico, ha un palcoscenico comodo tecnicamente, un bellissimo teatro.»

Un “Mancinelli” che torna nuovamente alla massima capienza e al sold out, dopo un periodo buio che ha visto in sofferenza sia il teatro sia gli artisti, quanto è importante ripartire dal vivo con un tutto esaurito? Questa prima ha forse un significa diverso dalle altre?
« E' fondamentale. Partire bene ti toglie anche un poco di timore. Devo dire dopo due anni di assenza ricominciare rappresentata una emozione ancora più forte. Sono rimasto meravigliato quando mi hanno detto che il teatro era già tutto pieno da giorni – afferma – il pubblico di Orvieto è un pubblico talmente affettuoso, lo è stato sempre con me. Un debutto così porta forza all'artista, ti da coraggio per affrontare la tournee. Ringrazio davvero di cuore tutti coloro che hanno comprato il biglietto per venirmi a vedere.»

“Napoletano? E famme 'na pizza” insomma ci svelerà qualcosa su questo napoletano che per tutto il mondo deve saper fare una pizza, deve tifare Napoli, essere devoto a San Gennaro, deve saper cantare, deve essere sempre allegro? Insomma questo napoletano in fondo, in fondo, com'è?
«Il napoletano è un cittadino come tutti i cittadini del mondo – racconta – non siamo una razza a parte, nascere in un posto piuttosto che in un altro non può avere conseguenze. E' chiaro che se Nasci a Napoli nasci in un posto dove guardi ogni giorno la bellezza, Ischia, Capri, la collina di Posillipo, la bellezza arricchisce sempre l'individuo, dovunque nasca.

Ci dovremmo augurare un mondo sempre rispettoso della bellezza, nascere a Napoli ti porta a rispettare gli altri, siamo un popolo tollerante del resto siamo un porto. Possiamo essere divertenti, tristi, possiamo abbracciare anche il dolore, non c'è un atteggiamento pulcinellesco verso la vita. Con questo spettacolo provo a capire, in chiave ironica, se sono un napoletano autentico o un traditore dei sacri e inviolabili usi e costumi della nostra terra.»

I suoi lavori cinematografici piuttosto che teatrali fanno divertire ma fanno anche pensare, scavano nelle sfaccettature della quotidianità portando lo spettatore a riflettere, quanto è difficile creare tutto questo?
«Tutti i sentimenti se sono fini a se stessi non portano a nulla. Bisogna sempre riconquistarsi. E lo fai con una serie di sfumature. C'è sempre un dramma dietro la risata, come ai funerali quando si finisce per ridere nel ricordare episodi. La risata è anche un modo per esorcizzare le paure».

Cinema, teatro, televisione; attore, regista, autore, sceneggiatore, scrittore, quanti Vincenzo Salemme esistono e in quale di loro si sente più a suo agio?
«Tutti siamo un milione, un miliardo di noi stessi. Siamo pieni di personalità, di facce, non siamo mai la stessa cosa né di fronte al dolore, né di fronte all'allegria, non siamo mai gli stessi di fronte a una torta di compleanno piuttosto che a una notizia brutta che arriva. E' giusto e normale così. Non esiste un solo pubblico, cambia ogni sera, e cambia la commedia, ogni sera è una commedia diversa ma il testo è quello, le parole sono quelle, ma il sentimento di cui sono cariche le trasforma, cambia il colore, cambia se piove, se c'è il sole.»

Così come avvenuto per molti suoi altri lavori teatrale possiamo sperare in un prossimo film su "Napoletano? E famme 'na pizza"?
«Non so, questo è più uno spettacolo. Un insieme di cose, chissà.»

Tra i più popolari artisti della sua generazione Vincenzo Salemme, nato a Bacoli nel 1957, è eclettico protagonista a teatro, al cinema, in televisione e nella narrativa in veste di scrittore. Dagli anni Settanta, in cui a teatro era uno degli interpreti preferiti da Eduardo De Filippo, a oggi, campione di incassi con i suoi film, ha realizzato oltre 28 spettacoli e 45 film (12 dei quali in veste di regista e sceneggiatore). Quarantacinque anni di una carriera ricca di grandi successi che gli sono valsi il Premio alla Carriera (al BCT – Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento). Salemme rappresenta l’anima migliore di Napoli, quella popolare e insieme nobile, e lo fa sempre con la sensibilità e lo spirito dei figli prediletti della città. L’arte, il garbo e l’ironia sono gli elementi distintivi della sua arte. 

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