Per 34 anni a vigilare sulla storia di Orvieto, va in pensione Giacomo Gusmano

Per 34 anni a vigilare sulla storia di Orvieto, va in pensione Giacomo Gusmano
di Monica Riccio
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Domenica 14 Giugno 2020, 23:31
ORVIETO Ha riconsegnato la divisa e messo tra i ricordi paletta e libretto delle multe, ma non per questo verrà meno il suo amore per la città di Orvieto. A 65 anni, approfittando delle norme introdotte da Quota 100 il dispositivo governativo che permette di andare in pensione al raggiungimento di determinati requisiti, dopo 34 anni di servizio come vigile urbano e una carriera lavorativa precedente come impiegato in una ditta privata, ha lasciato la Polizia Municipale, Giacomo Gusmano.
Storico agente della polizia locale, conosciuto e stimato per la grande professionalità e cortesia e per l'impegno nel volontariato locale, Gusmano ha terminato il proprio ultimo turno domenica 31 maggio. La divisa l'aveva indossata per la prima volta il 16 settembre 1986, dopo aver vinto un concorso. «Lavoravo in una ditta orvietana racconta che poi fallì, così a 30 anni feci domanda per il concorso a vigile urbano, studiai tanto, ma proprio tanto e riuscii a entrare». Gusmano da allora ha vestito la divisa da vigile con orgoglio e passione. Orvietano doc classe 1955, Gusmano è nato e cresciuto all'ombra del Duomo: «abitavo nella zona di via del Duomo, da piccoli giocavamo sempre sulle scale del sagrato, il Duomo è la mia casa». In 34 anni di servizio ne ha viste di belle e di brutte, viste e vissute tante, storie e vicende che fanno parte della storia orvietana, una storia, la sua, che non è solo multe, sanzioni, controlli, stop alle auto davanti alle scuole o soccorso in incidenti.
Gusmano ha lavorato al fianco di tre comandanti (Lombardo, Vinciotti, Pirro), con sette sindaci (Casasole, Barbabella, Cimicchi, Mocio, Concina, Germani e Tardani), quattro vescovi (Grandoni, Scanavino, Marra, Tuzia). Ha vissuto i grandi momenti orvietani, dai più belli ai meno belli, dalle tragedie (i morti orvietani in Val Badia nell'incidente che coinvolse un autobus orvietano nel 1993, le morti di tanti concittadini, due su tutti Barbara Marinelli e Matteo Gianlorenzi nel terremoto di Amatrice dell'agosto 2016), la tremenda alluvione del novembre 2012, i terremoti che anche a Orvieto si sono fatti sentire (Umbria 1997, L'Aquila 2012, Amatrice 2016, Castel Giorgio 2016), ha visto e seguito personalità della politica, cardinali, perfino Papa Giovanni Paolo II in visita a Orvieto nel 1990; dal 2014 è Cavaliere della Repubblica, ha avuto due brutti incidenti nel 2010, ed è scampato praticamente per miracolo all'impatto con una auto che nel 2001 entrò fin dentro il corpo di guardia in piazza della Repubblica, occasione in cui per la prima volta tirò fuori la pistola dalla fondina. Tutto questo con accanto sempre la sua famiglia, la moglie e le due figlie ora ormai grandi e da tre anni anche il nipotino. «Sono innamorato della mia città dice e non manco mai di dare una mano laddove possibile. Organizzo spesso viaggi di preghiera verso San Giovanni Rotondo. Il mio è un impegno di servizio alla mia comunità e questo mi rende felice». E ora Gusmano avrà sicuramente più tempo per stare con la famiglia ma anche per tutte le attività di preghiera e volontariato che lo vedono protagonista. «Intanto dice lavorerò affinché si possa creare una sezione orvietana dell'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana».
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