Inchieste, danneggiamenti, cantieri: Umbria del sud sempre più isolata

Inchieste, danneggiamenti, cantieri: Umbria del sud sempre più isolata
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 12 Giugno 2020, 14:52

TERNI La chiusura del viadotto Montoro è solo la punta dell’iceberg. Va in scena in un territorio che negli ultimi anni è stato messo a dura prova. E che sconta il rischio di un isolamento che ha risvolti devastanti per l’economia. Ponti a rischio stabilità, viadotti nuovi di zecca che mostrano squarci inquietanti, gallerie alle prese con emergenze che forse si potevano prevedere hanno creato disagi importanti. Tra gli episodi più recenti la chiusura del cavalcavia autostradale che sovrappassa l’autostrada del Sole.
E’ il 21 aprile quando Anas comunica la chiusura in entrambe le direzioni della statale 205 amerina, tra Baschi scalo e il bivio per Todi della E45. La chiusura, chiesta dalla società autostrade per eseguire interventi sul cavalcavia autostradale, andrà avanti per quasi un mese tra disagi che è facile immaginare. E’ di fine novembre la chiusura della Flaminia lungo la tratta Spoleto-Terni, anche in questo caso legata ad interventi di messa in sicurezza di alcuni elementi del viadotto. Che è ancora off limits per i mezzi pesanti, costretti a transitare giorno e notte a ridosso delle case lungo i centri abitati della Valnerina ternana. Tutte da scoprire le sorti del viadotto San Carlo, chiuso poco più di due anni fa a causa del cedimento di una delle strutture del ponte. Una sera sull’asfalto si era aperto un grosso squarcio che aveva fatto temere per la stabilità del ponte e portato all’immediata chiusura della statale 79 bis, direttrice Terni-Rieti, in entrambe le direzioni. Poi l’intervento dell’Anas, che nel giro di un paio di giorni riaprì lo svincolo Terni est lasciando chiuse solo le rampe che si innestavano dalla rotatoria. Anas completò la prima fase d’intervento, poi la palla doveva passare all’impresa costruttrice, alle prese con un fallimento. La vicenda finì nel mirino degli investigatori della procura, che si sono messi a studiare le carte per ricostruire la storia di un’opera di recentissima costruzione. Sotto la lente d’ingrandimento i materiali usati per realizzare un ponte inaugurato il 28 luglio del 2011. Oggi il viadotto San Carlo si presenta ancora così, con quei blocchi di cemento messi a protezione delle strutture che imposero la sua chiusura sistemati durante gli interventi d’emergenza. In attesa di soluzioni definitive, i mezzi continuano ancora a circolare solo sulla corsia centrale. Quel viadotto è parte di una delle strade più travagliate che la storia ricordi. Perché potessero vedere la luce otto degli undici chilometri totali del tratto ternano della superstrada che collega Terni a Rieti ci sono voluti più di trent’anni tra progetti fatti e interrotti, cambiati e poi ricominciati da capo. E sette anni di lavori ad andamento lentissimo, caratterizzati da una serie infinita di imprevisti. I più frequenti quelli che hanno imposto, dal 2014 in poi, la frequente e ripetuta chiusura della galleria Tescino. Interessata da infiltrazioni di liquidi che si temeva potessero contenere sostanze inquinanti. Accertamenti e prelievi mirati che bloccarono a più riprese quel tratto di superstrada. E poi, due anni fa, altri disagi per la Terni Rieti, con la chiusura della galleria Valnerina, strategica per l’Ast. Fu inibita al traffico per verificare le solette del camminamento pedonale collocato sopra la strada. Per settimane chi si spostava tra le due città era costretto ad attraversare il centro di Terni per raggiungere l’abitato di Marmore e poi a imboccare la vecchia strada di Reopasto. E mezza città dovette fare i conti con l’invasione dei mezzi pesanti. 

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